PALERMO. Oggi in tutta Italia i movimenti hanno dato vita a mobilitazioni diffuse per il diritto all’abitare, contro le politiche di austerity e precarietà. In questa cornice si inserisce la manifestazione per il diritto alla casa al momento in corso a Palermo indetta dalle famiglie del comitato di lotta PrendoCasa Palermo e a cui hanno preso parte i movimenti sociali, sindacati, partiti e associazioni. Il corteo, composto da centinaia di persone molto determinate nonostante il maltempo, ha la prerogativa di sollecitare interventi pubblici atti alla risoluzione dell'emergenza abitativa e criticare dunque aspramente le istituzioni implicate nell'emergenza che hanno il dovere di impegnarsi nella sua reale risoluzione. Il corteo è dunque partito alle 17.30 da piazza Pretoria ove si trova la sede dell'amministrazione comunale a cui si rimprovera lo scarso impegno nell'ideazione di strumenti legislativi atti a contrastare l'articolo 5 del piano Casa firmato Renzi-Lupi che impedisce l'assegnazione della residenza e l'impossibilità di allacciare utenze per tutte le abitazioni occupate.
“L'articolo 5, non permettendo di richiedere la residenza per chi vive in alloggi occupati, impedisce di fatto il godimento effettivo di diritti fondamentali che dovrebbero invece esser garantiti senza discussione alcuna. La residenza è requisito essenziale per accedere ai servizi sociali, scolastici, sanitari e assistenziali e crediamo sia inaccettabile che a un anno di distanza l'amministrazione non abbia minimamente lavorato alla creazione di strumenti amministrativi atti a contrastare un decreto che ha dirette ricadute negative sulla sfera dei bisogni primari” afferma Giuliana Spera portavoce del comitato di lotta PrendoCasa Palermo. Le famiglie pretendono dalle istituzioni cittadine un'immediata assunzione di responsabilità e l'abbandono dunque delle soluzioni- tampone quali buono casa, affitto di locande private o case famiglia e assistenza sociale la quale si traduce nello smembramento delle famiglie già colpite dall'emergenza.
“Crediamo di avere gli stessi identici diritti di cui godono tutti gli altri cittadini un po' più fortunati di noi. Attualmente abitiamo in edifici inutilizzati perché, strozzati dalle politiche lacrime e sangue, non riusciamo letteralmente ad arrivare a fine mese e a pagare un affitto mensile. Al tempo stesso però abbiamo diritto ad avere un tetto sopra la testa e di dovere godere dei servizi sociali e dei diritti di cui godono tutti. Siamo molto delusi da come le istituzioni stiano intervenendo su questa problematica”afferma uno degli occupanti. Il corteo prosegue poi, lungo corso Vittorio Emanuele per giungere davanti la Curia Arcivescovile; posta l'enorme quantità di immobili inutilizzati in possesso della Curia, alcuni dei quali attualmente occupati da famiglie senza casa, a tale istituzione si richiede appunto di bloccare temporaneamente gli sfratti degli immobili di sua proprietà e gestione attualmente occupati a scopo abitativo. La manifestazione si concluderà davanti la sede della Regione a cui si chiede di produrre una legge regionale sull’auto-recupero che consentirebbe un accelerazione nei tempi di assegnazione e una notevole riduzione dei costi di ristrutturazione sull'esempio di quanto accaduto in altre regioni italiane, di utilizzare gli immobili di proprietà delle ex IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza) e delle Opere Pie e di recepire la legge Nazionale che prevede di cedere le caserme dismesse ai comuni per trasformarli in alloggi.
Si richiede, dunque, di predisporre un Piano Casa Regionale basato sulla riutilizzazione, sul recupero e autorecupero dell'enorme patrimonio immobiliare costruito negli anni. La manifestazione di oggi si è posta l'obiettivo di mettere le istituzioni davanti alle loro mancanze e i loro precisi obblighi. Secondo i dati disponibili forniti dal ministero dell'Interno nella sola città di Palermo sono stati emessi 1.721 provvedimenti, mentre le richieste di esecuzione con intervento dell'ufficiale giudiziario sono state 1.570, per una media di 5 sfratti al giorno. Con questi dati alla mano sempre più ci si auspica la costruzione del tavolo tecnico tanto richiesto quale luogo della progettazione concreta delle strategie che ci consentiranno di uscire dall’ emergenza abitativa nella nostra città” afferma e conclude Giuliana Spera.
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