«Non sussiste alcun diritto per il lavoratore a percepire la retribuzione». Da queste parole èscaturita l’emergenza esplosa in diciassette centri nei quali operava l'Ato rifiuti Palermo 2 «Alto Belice ambiente». Il caos è scoppiato quando i 276 dipendenti hanno appreso il contenuto di una nota inviata dalla curatrice fallimentare Cristina Bonomonte, che scrive: «Con il fallimento dell'impresa i rapporti di lavoro devono ritenersi temporaneamente sospesi».
E a poco è servita la nomina di un commissario straordinario. Così da due giorni gli operatori ecologici - guidati da Cgil, Cisl e Uil - hanno deciso di incrociare le braccia. E ieri mattina hanno protestato davanti alla prefettura per tentare di chiedere un cambio di rotta al curatore fallimentare. Al fianco dei lavoratori, che rischiano il posto, c'erano i sindaci di Monreale Piero Capizzi, di Prizzi Luigi Vallone, di Bisacquino Tommaso Di Giorgio, di Palazzo Adriano Carmelo Cuccia, di Belmonte Mezzagno Piero Di Liberto, l'assessore di Piana degli Albanesi Vito Matranga.
Da lì, nel pomeriggio, la discussione si è spostata all'assessorato regionale all'Energia, dove è stato proposto lo strumento dell'«esercizio provvisorio». «Servirebbe - spiega Dionisio Giordano della Cisl - per l'immediato e fungerebbe da paracadute per consentire di riavviare un percorso ed evitare pesanti conseguenze sul piano dell'emergenza igienico-sanitaria e dell'ordine pubblico. La strada, inutile negarlo, è assolutamente in salita».
L'altra strada percorribile è l'immediata attivazione delle nuove Srr e delle società di scopo. Ma anche qui serve del tempo. Stamane se ne parlerà nel corso di un tavolo tecnico convocato per le ore 10,30 in assessorato. Parteciperanno, oltre all'assessore Vania Contrafatto, i sindaci e i rappresentanti sindacali di categoria.
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