PALERMO. In cinque anni sono stati individuati cassonetti dell’immondizia inutilizzabili cinquantamila volte. Significa che erano bruciati, sfasciati, impraticabili, stracolmi, riversi a terra, capovolti e chi più ne ha più ne metta. Il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti in città, a volere essere sinceri, perfetto non è mai stato. Ma a leggere il report di «Palermo Ambiente» (sollecitato con una interrogazione dalla consigliera Nadia Spallitta), società comunale in liquidazione col compito di verificare l’efficienza dei servizi di igiene ambientale, si comprende quanta strada ancora ci sia da fare. I dati riepilogativi del monitoraggio sono suddivisi per tipologia di servizio. Giugno del 2009 fino a settembre del 2014 è il periodo preso in considerazione. Ad esempio, complessivamente il numero dei cassonetti monitorato è stato di 367 mila e 700. Quelli che contengono materiale non riciclabile (quindi indifferenziata) sono stati in tutto 244 mila, di questi ben 57.592 sono risultati non fruibili, una media del 24 per cento. I problemi esistono anche nel post-Amia. Nell’anno della Rap, infatti, il 2014, le verifiche sui contenitori «fruibili» sono state 53.330: 45.403 volte i cassonetti si sono rivelati fruibili, 7.927 volte inutilizzabili, pari al 17 per cento. Un dato certamente in forte miglioramento se si considera che la percentuale nel 2013 era del 21 per cento, intorno al 23 per cento fra il 2011 e il 2012 e schizzava al 49 per cento nel 2010. Intorno all’8 per cento la percentuale di anomalie riscontrata durante i controlli di 390.575 caditoie stradali. Se andiamo ai controlli di igiene del suolo la musica non cambia. Il totale dei controlli in cinque anni è stato di 159.607, esito insufficiente hanno avuto 19.589 volte (12 per cento). Andiamo alle discariche abusive e in generale alla segnalazione di siti degradati che in tutto sono state 97.112. Di questi, 39.366 (41%) erano cumuli di rifiuti, 49.940 rifiuti ingombranti (51%), 4.922 inerti (5%) , 2.836 amianto (3%),48 siringhe (0,05%). La consigliera Spallitta ora ha integrato la richiesta di informazioni «perché - dice - voglio anche sapere se sono state comminate sanzioni anche alla nuova società per questo tipo di disservizi riscontrati che hanno ancora una forte persistenza sul territorio».