PALERMO. Poco cibo e freddo all’Ucciardone, un centro medico che andrebbe potenziato al Pagliarelli. È questa la situazione nei due penitenziari palermitani, dove i livelli di sovraffollamento sarebbero tutto sommato ridotti. Il quadro è emerso il 31 dicembre, durante la visita compiuta dal Partito radicale all’interno delle due strutture. Donatella Corleo, storica attivista del movimento di Marco Pannella, ha ribadito nuovamente che l’Ucciardone, per i suoi problemi strutturali, andrebbe chiuso come carcere e preservato invece come monumento.
Nella vecchia struttura borbonica, infatti, anche se sono stati apportati dei piccoli miglioramenti - come la prenotazione delle visite ai detenuti per mail o la possibilità per chi sta scontando la pena di stare fuori dalla cella tra le 8 e le 17 - resta priva di riscaldamento e di acqua calda. Alcuni detenuti avrebbero detto chiaramente durante la visita dei Radicali di «fare la fame». La direttrice della struttura penitenziaria (che da mercoledì non è più casa circondariale ma semplice istituto di reclusione e può dunque ospitare solo condannati in via definitiva a pene superiori ai cinque anni), Rita Barbera, ha però chiarito che la quantità di cibo è quella stabilita dal ministero.
A pesare, secondo Barbera, sarebbe invece la crisi che colpisce i famigliari dei detenuti, che non riescono a portar loro alimenti in più dall’esterno. I riscaldamenti, poi, potrebbero essere attivati in una sezione, ma per evitare disparità tra i reclusi, si preferisce lasciarli spenti.
Molto più tranquilla la situazione al Pagliarelli, dove, secondo i Radicali, andrebbe potenziato il centro medico, visto che deve servire per più di mille detentuti.
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