PALERMO. Scelgono le vittime, possibilmente anziane, con cura. Si presentano come amici di vecchia data o come figli di colleghi del passato e cominciano a raccontare storie verosimili nel tentativo di estorcere denaro e possibilmente di ottenere anche informazioni utili su residenza e abitudini. Inizia così l’ultima truffa — con interpretazioni degne della migliore sceneggiata napoletana — che in città e nella zona di Mondello ha già fatto registrare alcune denunce, soprattutto alla polizia. I fascicoli raccolti dalle forze dell’ordine e trasmessi in Procura raccontano di episodi molto simili — «Ciao, ti ricordi di me?», oppure «Buongiorno, sono il figlio di quel suo vecchio collega...» — che finiscono tutti con una richiesta di soldi. Uno dei raggirati (di cui omettiamo il nome per non sovraesporlo) ha raccontato la sua storia al Giornale di Sicilia: «L’ho fatto per mettere in guardia chi, come me, può cadere nella truffa». spiega, poi aggiunge: «Mi trovavo in via Castelforte quando, intorno alle 12,30, uscendo da un panificio, sono stato affiancato da una Fiat Punto grigia, guidata da un uomo...». «Ma come — aveva esordito il truffatore — non si ricorda di me? Sono il figlio di un suo vecchio collega». Poi, seguendo un copione e un’interpretazione da Oscar, l’uomo aveva cercato di ottenere informazioni, alternando racconti tristi e problemi di salute. ALTRE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA