PALERMO. Sarebbero riusciti ad ottenere oltre un milione di euro in più rispetto a quanto previsto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Monreale grazie - secondo la Procura - ad alcuni atti illeciti compiuti negli uffici regionali. I sostituti procuratori Claudia Ferrari e Claudia Bevilacqua che coordinando l'inchiesta hanno così deciso di iscrivere nel registro degli indagati non solo gli imprenditori che avrebbero goduto del vantaggio, ma anche i dirigenti pubblici che li avrebbero favoriti. Nello specifico si tratta dell'ex sovrintendente ai beni culturali e ambientali, Adele Mormino, di un dirigente dello stesso ufficio, Sergio Aguglia, ma anche di un dirigente dell'assessorato regionale all'Industria, Francesca Marcenò, e dei legali rappresentanti e presidenti dei consigli di amministrazione delle due società (la «Rinnova Duccotto» e la spagnola «Blu Solar») che sono state proprietarie nel tempo dell'impianto fotovoltaico, ovvero Giuseppe Meli, Mauro Folcarelli, Giuseppe Roberto Pasqua e Gullerme Carvalho. Mormino e Aguglia sono accusati di falso (e l'iscrizione sarebbe un atto dovuto), per Marcenò si ipotizza invece l'abuso d'ufficio, mentre per gli imprenditori, la Procura contesta l'indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato. Secondo gli inquirenti, l'impianto fotovoltaico (costruito dalla «Rinnova Duccotto» e poi acquistato dalla società spagnola «Blu Solar») sarebbe stato realizzato senza un necessario e vincolante parere della Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali. Questo perché - sostengono i pubblici ministeri - il progetto dell'azienda non sarebbe altrimenti rientrato in un particolare piano di finanziamenti, il Conto Energia 2, che avrebbe poi consentito agli imprenditori di intascare, tra il 2011 ed il 2013, più di un milione di euro.
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