PALERMO. Erano entrati in azione in un palazzo di via Empedocle Restivo “armati” di trapano lo scorso 10 novembre. Avevano bloccato e terrorizzato una donna di 60 anni minacciandola con l'utensile e facendosi consegnare soldi e gioielli. Dopo indagini serrate della sezione “Crimine diffuso” della squadra mobile palermitana, coordinata da Carmine Mosca, avrebbe individuato e arrestato e Roberto Sirchia, 28enne e Gaspare Gulotta, 33enne, entrambi della “Zisa”. Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso dal gip del Tribunale di Palermo, Ettorina Contino, su richiesta del pm Siro De Flammineis. La vittima è stata notata dai due quando, a piedi, stava facendo rientro a casa. I due rapinatori, grazie al vistoso trapano, hanno carpito la fiducia della vittima, accreditandosi quali operai, riuscendo così ad ottenere facile accesso nello stabile di via Empedocle Restivo, già interessato da alcuni lavori di ristrutturazione. Una volta oltrepassato il cancello che consentiva l’accesso all’area condominiale, lo ha aperto anche ai due fantomatici operai che l’hanno “scortata” fin dentro l’androne, attendendo l’arrivo dell’ascensore. L’aggressione è avvenuta dunque all’interno dell’ascensore dove i malviventi le hanno tappato la bocca e le hanno sfilato dal dito, due fedi nuziali, compresa quella del marito defunto, un terzo anello ed un paio di orecchini, prima di darsi alla fuga. In base alla descrizione dei due gli agenti sono risaliti ai rapinatori. Uno di loro avrebbe ammesso il colpo e consegnato il trapano.