PALERMO. Dalle prime luci dell'alba è in corso un vasto blitz della polizia a Brancaccio. L'operazione Zefiro ha permesso di azzerare uno dei mandamenti più agguerriti del capoluogo. In manette il nuovo capomafia Natale Bruno e altri 17 fra boss e gregari. In azione il personale della squadra mobile di Palermo, con la collaborazione degli omologhi organismi investigativi di Milano, Napoli e Trapani e poliziotti del reparto prevenzione crimine Sicilia Occidentale. Eseguita una ordinanza di custodia cautelare in carcere, tra gli altri, nei confronti di alcuni esponenti delle famiglie mafiose incardinate nel mandamento cittadino di Brancaccio, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, possesso ed uso illegale di armi da fuoco ed altro. Le indagini sono state coordinate dalla locale Procura della Repubblica direzione distrettuale antimafia (procuratorI aggiunti Leonardo Agueci e Vittorio Teresi, sostituti procuratori Francesca Mazzocco, Caterina Malagoli e Ennio Petrigni). L'operazione ha ricostruito la vita criminale degli ultimi anni di uno dei più potenti mandamenti mafiosi cittadini ed ha consentito di registrare, accanto alle tradizionali attività di lucro di Cosa Nostra, anche inediti contatti con cellule criminali provenienti da altre organizzazioni. Il quadro emerso è quello di un contesto in cui anche chi non fosse formalmente affliato od organico a Cosa Nostra, è stato asservito nel raggiungimento dei suoi molteplici interessi criminali ed economici. Maggiori dettagli verranno divulgati nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle ore 10, presso i locali dell’ex Convento di Santa Elisabetta, adiacente la squadra mobile di Palermo. LE INDAGINI. Sono diciotto gli arrestati stanotte nel blitz a Brancaccio a Palermo. Tra loro che anche quello che è ritenuto il nuovo capomafia di Palermo. Si chiama Natale Bruno. Nelle intercettazioni nel magazzino a Brancaccio in Gaetano Di Pasquale 8 riceveva i commercianti che pagavano lì il pizzo. Incontrava tutti. Bruno non sospettava che quella stanza fosse imbottita di cimici. Lui che è stato sempre con i Graviano tanto che i boss di Brancaccio giravano a Milano con la sua auto. Le indagini sono state condotte dalla sezione Criminalità organizzata della squadra mobile di Palermo, coordinate dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesca Mazzocco, Caterina Malagoli ed Ennio Petrigni. Nel magazzino in uso a Natale Bruno si discuteva di tutto. Di estorsioni, di spaccio, di regolarizzazione del pagamento del pizzo. Un commerciante di Bagheria si era rivolto ad un intermediario che lo ha condotto nel magazzino di Natale Bruno. Qui si è deciso come e quando pagare. Sempre nel magazzino il boss di Brancaccio rimproverò con forza Giuseppe Furitano reo di essersi intascato parte del pizzo raccolto. Furitano per discolparsi fece l'elenco dei negozi e delle botteghe che avevano pagato. “Molte di queste le abbiamo individuate, nei prossimi giorni sentiremo i titolari”, ha detto Nino De Santis dirigente dello Sco. Tra gli arrestati dell'operazione Zefiro c'è Maurizio Costa già finito nell'inchiesta sulla strage di via D'Amelio. La Fiat 126 usata nella strage passò dalla sua officina. Allora, come ha detto Leonardo Agueci, non fu accertato il collegamento con Cosa Nostra e non è stato stabilito se lui era consapevole dell'utilizzo della vettura. Adesso invece dalle ultime indagini sarebbe emerso il suo legame con l'associazione mafiosa. LE INTERCETTAZIONI. I commercianti di Palermo sapevano dove andare per mettersi in regola con i pagamenti del pizzo. In via Gaetano Di Pasquale 8 dove c’era il quartier generale del boss Natale Bruno. Come ripreso dalle telecamere, un commerciante di un negozio di casalinghi che aveva trovato i lucchetti intrisi di colla si è trovato davanti il boss che gli ha detto: "Al tuo buon cuore, attenzione. Non stiamo chiedendo niente.... A Pasqua e Natale, quello che volete fare". E il commerciante ha poi pagato.