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Università di Palermo, pioggia di ricorsi: scoppia il caos a Medicina

Ai 404 studenti che hanno superato il test e ai 278 «ammessi» dal giudice si potrebbero aggiungere altri 510 nuovi iscritti, che hanno presentato ricorsi collettivi. È emergenza spazi e serviranno anche altri docenti.

PALERMO. Arriva un'altra ondata sui test di Medicina contestati dai ricorsi, due sentenze collettive che potrebbero gonfiare oltre ogni previsione il numero delle matricole. La prima con 250 ricorrenti e più di 260 nella seconda, arriveranno in sede decisionale il 6 e il 7 novembre e quando saranno notificate faranno saltare i numeri di studenti, aule, docenti, personale di sorveglianza.

Allo Steri si teme il peggio, «le notifiche pioveranno a tempesta», si pensa all'eventualità di organizzare sessioni di teledidattica, affitto di cinema, aule di tribunale, a parte i docenti e il personale di servizio. E in attesa delle sentenze è stato sospeso il vertice di crisi istituito dal rettore Roberto Lagalla con il presidente di Medicina e chirurgia Francesco Vitale e i dirigenti amministrativi. L'ultima riunione si è conclusa con il rinvio di ogni decisione a dopo le sentenze di fine settimana prossima, e potrebbe essere la class action tombale per un test d'accesso che quest'anno sembra arrivato alla fine, con il ministro che ne annuncia la cancellazione, anche se finora non ci sono direttive.

Non è la prima volta che i giudici amministrativi costringono i rettori a riaprire le immatricolazioni, ma stavolta è una valanga. L'anno scorso sono stati 300 i ricorrenti iscritti con riserva nelle università di Palermo, di Catania e di Messina, quest'anno si parla del triplo. Ma non è finita, perché stanno arrivando a conclusione migliaia di ricorsi al Tar di Palermo e del Lazio e tutti accolti perché «la prova test non ha garantito l'anonimato».

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