PALERMO. «Per circa un trentennio ho calcato il suolo di questa città, non come un cittadino comune, purtroppo, ma come un affiliato a Cosa nostra. In quegli anni mi sono reso responsabile di tanti crimini, tra i tanti quelli di aver violentato una città, per non dire un Paese». Così afferma Gaspare Spatuzza, il pentito che ha contribuito a riscrivere la verità sulle stragi del 1992, dalla località segreta in cui si trova. Ha scritto una lettera in cui chiede perdono alla città di Palermo che è stata pubblicata sul sito della trasmissione Servizio Pubblico. La lettera è stata scritta a febbraio, ma solo adesso ne è stata autorizzata la diffusione. «Senza nulla togliere alle mie responsabilità individuali - prosegue il collaboratore - anch'io mi considero una vittima di un sistema sociale privo di strutture essenziali per la conoscenza di quei valori etici legati al bene comune. Doti inalienabili per i ragazzi, in particolare quelli delle periferie. Sono convinto che nella condivisione del bene comune risieda l'essenza che rende la società civile libera»