PALERMO. Il livello probatorio raggiunto in anni e anni di accertamenti non è nemmeno quello minimo, le accuse contro Renato Schifani non possono sfociare in un processo: il Gip di Palermo archivia l’inchiesta contro l’ex presidente del Senato, finito sotto accusa, con l’ipotesi di concorso in associazione mafiosa, per due volte nel giro di quindici anni, oggetto di due richieste di archiviazione e di un ordine di svolgere un supplemento di indagini, emesso dall’ex Gip Piergiorgio Morosini, oggi membro del Csm.
Approfondimenti su approfondimenti, tutti effettuati puntigliosamente, che però non hanno cambiato la sostanza delle cose: e per questo il giudice Vittorio Anania accoglie la richiesta dei pm Paolo Guido e Nino Di Matteo e chiude il caso. Il diretto interessato, oggi non più seconda carica dello Stato, esprime un commento lapidario: «Sono ed ero sereno, le accuse contro di me non reggevano, avevo e ho sempre avuto fiducia nella giustizia». L’ex esponente di Forza Italia, oggi tra i leader del Nuovo Centrodestra, è stato assistito nella lunghissima indagine dagli avvocati Franco Coppi e Francesco Bertorotta.
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