PALERMO. Quindici medici indagati per la morte di Dino Falco, l'uomo di 43 anni originario di Corigliano Calabro, nel Cosentino, deceduto lunedì scorso all'Ismett di Palermo, dove era stato trasferito d'urgenza dall'ospedale del suo paese, dopo una grave intossicazione da funghi. Oltre a lui è in gravissime condizioni anche una badante romeno che aveva pranzato con lui. La donna è in terapia intensiva e si teme per la sua vita. Quattordici dei sanitari finiti sotto inchiesta sono in servizio al pronto soccorso e al reparto di Medicina interna dell'ospedale di Corigliano Calabro (e sono difesi dagli avvocati palermitani Federica Prestidonato e Marcello Drago, nonché dal penalista calabrese Giuseppe Falbo), mentre la quindicesima indagata per omicidio colposo è una dottoressa in servizio all'Ismett. Oggi alle 16, come diposto dal sostituto procuratore Gaspare Spedale, che coordina l'inchiesta, si terrà l'autopsia per chiarire se Falco sia stato curato correttamente e tempestivamente. Il fascicolo è stato aperto dopo l'esposto presentato ai magistrati palermitani dalla moglie della vittima. Nei giorni scorsi Falco, assieme ai genitori e a una collaboratrice domestica romena di 23 anni, aveva pranzato con una pietanza a base di funghi. Solo che tra i prataioli c'erano anche funghi velenosi che tutti avevano dunque ingerito. In preda ai dolori, i quattro erano stati ricoverati all'ospedale di Corigliano Calabro. Le condizioni di Falco e della ragazza sarebbero apparse molto più gravi ai medici calabresi, tanto da disporne il trasferimento all'Ismett in elisoccorso. Nonostante le cure, però, Falco non ce l'ha fatta ed è deceduto lunedì scorso. La ragazza resta in gravissime condizioni anche se è già stata sottoposta a trapianto di fegato.