PALERMO. «Da novembre verrà sospesa a suo figlio l’assistenza domiciliare integrata». Dopo questa notizia, ricevuta dal distretto sanitario di Carini dell’Asp 6, solo angoscia e preoccupazione per Antonina Scelta, madre di un giovane costretto a letto da quasi due anni per una grave forma di ictus, causata da una severa cardiopatia. Dall’Azienda sanitaria provinciale però spiegano che si tratta solo di «un errore di comunicazione fra paziente e struttura sanitaria. Il piano terapeutico a cui l’assistito è stato sottoposto – assicurano – non avrà interruzione. Il paziente continuerà a fare fisioterapia in casa». Intanto, l’Asp ha avviato i controlli su 1.500 pazienti, tra città e provincia, sottoposti ad Adi da oltre 6 mesi. Da un anno, un fisioterapista, tre volte a settimana, si reca in casa di Antonina Scelta per sottoporre il figlio al ciclo di riabilitazione necessario a migliorare la funzionalità di gamba e braccio destri, entrambi paralizzati dopo che, nel gennaio 2013, il giovane è stato colpito da un ictus. Lui, un ex sub e sportivo, «non può muoversi – racconta la madre – e ha serie difficoltà anche soltanto a fare una passeggiata. Grazie alle sedute di fisioterapia domiciliare fornite dall’Asp, gradualmente avvertiamo i primi miglioramenti. Ne ha bisogno o rischia di restare paralizzato». Qualche giorno fa, però, arriva la brutta notizia, una doccia gelata per il ragazzo e l’anziana madre: «L’Adi sarà garantita solo fino a venerdì». Si sarebbe invece trattato solo «di un errore di comunicazione fra paziente e struttura sanitaria». ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA