Un’«oasi» per i bimbi nel cuore di Brancaccio: il sogno di don Pino si realizza dopo 22 anni
PALERMO. I magazzini che vent’anni fa risuonavano di loschi affari e illegalità, oggi riecheggiano delle risate dei bambini. Un altro sogno del beato don Giuseppe Puglisi si avvera a Brancaccio e prendono vita i locali di via Azolino Hazon, con ingresso da via Simoncini Scaglione n.17, che il sacerdote ucciso dalla mafia aveva già 22 anni fa individuato per realizzarvi un centro aggregativo o la scuola che allora mancava a Brancaccio, sottraendoli alle attività della mafia. «Grazie alla Regione siciliana, al Comune e a un gruppo di associazioni costituitesi in Ats (Centro di accoglienza Padre Nostro, Engim Sicilia, Immagininaria ragazzi, Gruppo Sali) - spiega Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro - siamo riusciti ad aprire gli sportelli integrati territoriali, per promuovere il benessere degli individui e delle famiglie, in particolare in situazioni di fragilità, sviluppando le risorse delle famiglie e degli individui, supportando le capacità genitoriali e le relazioni intergenerazionali all’interno della famiglia». Ieri l’inaugurazione con il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore comunale alla Cittadinanza sociale, Agnese Ciulla, il presidente della seconda circoscrizione, Antonio Tomaselli, e la presentazione del progetto inserito del Pisu (Progetto integrato sviluppo urbano) «Palermo Capitale». Un investimento europeo da 950 mila euro, che dà lavoro a 18 operatori, ma che a giugno prossimo dovrà già trovare il sistema per poter proseguire nel tempo sulle proprie gambe. ALTRE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA