PALERMO. La polizia ha arrestato cinque pregiudicati accusati di associazione a delinquere, rapina aggravata, possesso di segni distintivi contraffatti, ricettazione e usurpazione di funzioni pubbliche. Si sarebbero travestiti da finanzieri per mettere a segno una serie di rapine in abitazioni di ricchi commercianti. Si fingevano Finanzieri, entravano in casa delle vittime - facoltosi commercianti palermitani e trapanesi - e li rapinavano: a marzo scorso furono arrestati in flagranza mentre svaligiavano un'abitazione a Trapani. Ma dopo un anno sono stati tutti rilasciati per scadenza dei termini. Solo il capo della banda Giovanni Beone, 50 anni, era in cella da giugno perché coinvolto in un'indagine su mafia ed estorsione. I complici sono tornati in galera stamattina a conclusione di una indagine della polizia coordinata dall'aggiunto Maurizio Scalia. La banda, tenuta sotto controllo dagli agenti dell'antirapina della Mobile per sette mesi, era ben organizzata: aveva mezzi di trasporto, armi, uniformi delle forze dell'ordine e una struttura quasi militare. Sceglieva le vittime tra commercianti ricchi che pedinava e di cui studiava le abitudini. La rapina veniva progettata accuratamente. Oltre al colpo a Trapani, avrebbe svaligiato la casa di un commerciante di carne a maggio del 2012. Bottino 200mila euro. A fine anno, poi, sarebbe toccato a un pensionato palermitano costretto ad aprire ai banditi che, travestiti da Finanzieri, avevano detto di dovere effettuare una perquisizione. I nomi degli arrestati. Questi gli arrestati dalla polizia nell'ambito dell'indagine che ha portato all'arresto di cinque rapinatori: Giovanni Beone, Luigi Verdone, Giuseppe Amato, Giuseppe Marrone e Antonio Patti.