PALERMO. “Guardi ancora al pensiero di quanto è successo domenica scorsa mi sento male. Non riesco a parlare, tremo tutta. Sto ancora male”. La donna di quasi 80 anni vittima della banda del contatore non si è ancora ripresa. Ricorda ogni singolo momento di quella aggressione. Tutti gli attimi della rapina che ha violato la propria abitazione. Le due sorelle vivono in un clima di paura. Sono tappate in casa. Se qualcuno bussa alla porta fanno finta di non essere in casa. Vivono ancora in un incubo. In via Mariano Stabile nella palazzina dove ci sono diversi studi legali, ci sono ancora i segni della rapina. La porta dove sono chiusi i contatori porta ancora le tracce dell’irruzione. I componenti della banda hanno scardinato la porta in legno. L’effrazione si vede tutta. Mancano pezzi di legno nella porta ora chiusa con alcune mandate. “Non ci riesco. Mi scusi – dice la donna al telefono – Non ce la faccio a parlare di quello che ho vissuto. Sto ancora male per quello che mi hanno fatto”. Più che una violenza fisica è una violenza psicologica. Difficilmente verrà superata. In via Mariano Stabile tutti sanno della rapina. Hanno visto domenica mattina le auto della polizia che sono intervenute non appena i componenti della banda sono fuggiti. Hanno messo a segno il colpo di mattina. Segno di una arroganza e “serenità” di potere colpire anche di giorno. I rapinatori domenica mattina attorno alle nove hanno staccato la luce dell’Enel. Hanno aspettato che una delle due sorelle scendesse giù per riattaccare il contatore poi sono entrati in azione. L’ultimo colpo è stato messo a segno in via Mariano Stabile ai danni di due sorelle di 75 anni e 79 anni. Gli uomini entrati in azione prima compiono sempre un sopralluogo. Verificano orari e movimenti delle vittime. Poi mettono in atto il piano. E’ successo così che le due sorelle si sono trovate in modo inaspettato senza corrente elettrica. La più giovane delle due è scesa ed è arrivata davanti al contatore. Non appena ha aperto la porta in legno dove si trovano gli interruttori l’hanno bloccata. L’hanno minacciata e sono saliti in casa. Dopo avere strattonato le due donne le hanno rinchiuse nel bagno. Poi sono passati a setacciare l’intero appartamento. In casa hanno trovato qualche gioiello, cento euro e 30 dollari. Una volta rovistata l’intera abitazione e messo a soqquadro cassetti e armadi sono fuggiti via. Colpi con la stessa tecnica sono stati messi a segno in via Cappuccini, Corso dei Mille e via Marchese di Villabianca. Qui gli inquilini dopo il colpo hanno cercato di difendersi piazzando le telecamere. Ma anche qui ancora dopo due anni la paura è tanta. “Certo è difficile da superare – racconta un avvocato in via Mariano Stabile – Non sapevamo che avessero colpito di nuovo. E’ stato terribile sapere che possiamo essere violati nei nostri appartamenti. Cerchiamo di difenderci. Ma è dura”.