PALERMO. Si chiama «Aua» e fa dormire sonni inquieti ai piccoli e medi imprenditori che ancora non l’hanno ottenuta. Si tratta dell’«autorizzazione unica ambientale», introdotta nel giugno del 2013 e rilasciata dalla Provincia per il tramite del Suap (lo sportello unico delle attività produttive del Comune) ad aziende piccole e medie. L’Aua è indispensabile affinché le imprese (come le cliniche, ad esempio) possano allacciare gli scarichi alla fognatura (assimilando i liquidi da smaltire alle acque reflue domestiche) o emettere fumi nell’aria. Ebbene, in questo momento ci sono quasi 350 domande ancora non trasmesse alla Provincia per l’approvazione. Sono bloccate al Suap che proprio su questo specifico atto si è del tutto ingolfato. Il fatto è che coloro che sono sprovvisti dell’Aua rischiano, in caso di controlli dei Nas, di subire un provvedimento di chiusura. Il ruolo del Suap è quello di ricevere e smistare agli Enti competenti le pratiche ricevute. Poi dovrà emettere il titolo autorizzativo (Aua). Ma cosa è successo? Perché si è accumulato tutto questo ritardo che ora rischia di danneggiare i privati? Pare che l’Aua si sia cominciata a rilasciare solamente a partire dalla scorsa primavera. Quasi un anno di ritardo rispetto alla data di partenza dovuto al fatto che non fosse stata predisposta la modulistica. Se n’è occupata la dirigenza Suap insediatasi a marzo (Paolo Basile, ora è nuovamente trasferito ad altro incarico) riuscendo però a garantire solo le richieste in arrivo da quel momento in poi: anche ora le domande vengono smistate nel giro di 48 ore. La montagna di arretrati, però, è sostanzialmente ancora lì. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA