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Stato-mafia, Napolitano non deporrà sulle sue telefonate con Mancino

Lo ha deciso il presidente della Corte d'assise, Alfredo Montalto, che ha anche stabilito che comunque l'audizione di Napolitano su altri temi del processo può considerarsi "legittima"

PALERMO. Giorgio Napolitano, non sarà chiamato a deporre sulle sue telefonate con Nicola Mancino intercettate nell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Lo ha deciso il presidente della Corte d'assise, Alfredo Montalto, che ha anche stabilito che comunque l'audizione di Napolitano su altri temi del processo può considerarsi "legittima".
Le conversazioni intercettate sono state già distrutte per disposizione della Corte costituzionale che aveva accolto il ricorso del capo dello Stato sul conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo.
La testimonianza di Napolitano era stata chiesta da due parti civili: Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio, e Sonia Alfano, presidente dell'associazione familiari vittime di mafia. Il nome del presidente della Repubblica era stato inserito anche nella lista di 176 testi presentata dalla Procura. Napolitano viene citato dai pm per "riferire in ordine alle preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D'Ambrosio".
In una lettera del 18 giugno 2012 D'Ambrosio esprimeva il timore di essere diventato uno scudo per "indicibili accordi". Il presidente della Corte d'assise ha ammesso la lista considerando "legittima" la richiesta dei pm di citazione del capo dello Stato che comunque non è stata ancora decisa.

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