Lei è Francesca, siciliana di mare, trapiantata ormai da tempo a Londra al seguito di un marito facoltoso. L’isola c’è, è nel suo cuore, ma parecchio nascosta, infrattata tra le pieghe. Claudia Gerini a Sciacca (dove il film è stato girato soprattutto in esterni) ha passato tutto il tempo delle riprese di Sicilian Holiday - un sogno fatto in Sicilia e ne è rimasta colpita, «è un paese meraviglioso, autentico e di grande tradizione. Sciacca è un trionfo di profumi e sapori e di gente generosa e accogliente». La commedia leggera e morbida che la vede tra i protagonisti sarà presentata domattina a Palazzo dei Normanni (domani e mercoledì alle 20.45 al Lux) con presenti gli attori Francesco Leone e Ivo Romagnoli, mentre la regista Michela Scolari sarà su Skype dagli Stati Uniti. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha apprezzato il film, che promuove una visione romantica e delicata dell’isola all’estero, e che ha ricevuto un contributo di circa 250 mila euro dalla Sicilia Film Commission. Il film è prodotto da Film In’ Tuscany in coproduzione con Adam Leipzig (premio Oscar per L’attimo fuggente e La marcia dei pinguini), Rai Cinema e Tramp Limited. È una commedia dai colori morbidi, sullo stile di Io ballo da sola o Mangia, prega, ama: Sicilian Holiday racconta la storia di una giovane attrice (Lilly Englert), Mia, famosa attrice inglese che vive a New York: arriva a Sciacca con il fidanzato per uno spot, ma litiga e decide di cavarsela da sola; ovviamente si innamora di Nino (Francesco Leone), giovane scultore di Sciacca che non ha un euro ma tanto talento. Attorno a Mia che pian piano prende coscienza del suo essere alla ricerca di una vita meno patinata e più autentica, protetta dal senso di comunità della cittadina siciliana, si muovono tanti personaggi, tra cui Phil (Ivo Romagnoli, tra i produttori del film che sottolinea come «Il pubblico vedrà una Sicilia lontana dagli stereotipi che l’hanno sempre caratterizzata e troppo segnata») e, appunto Francesca. «Una donna dinamica, strutturata, forte – racconta Claudia Gerini -; Francesca ha origini siciliane ma ha rivolto la sua vita all’ambiente londinese, dimenticando le sue origini e la bellezza della sua terra; ama il marito Piero e ha fiducia in lui, ma è totalmente dissociata dai suoi problemi quotidiani; per questo hanno incomprensioni feroci». La coppia ritorna in Sicilia perché Piero cerca di reinventarsi. «Il ritorno di Francesca in Sicilia è quasi casuale – continua Claudia Gerini -, il marito glielo chiede, ma non la porta nel solito resort a 5 stelle; ad un certo punto, questa dimensione più vera e autentica, permetterà di rendersi conto dei loro veri interessi». È un film che schiaccia l’occhio a commedie del passato in cui l’ambientazione protagonista accanto ai personaggi? «Ma certo, la Sicilia è un personaggio che unifica e dà non solo unità di tempo e luogo, ma anche di colori, calore, atmosfera e radici ritrovate. È stato bellissimo rivolgersi alla terra e al mare. Io poi con la Sicilia ho un rapporto fantastico, sono stata spesso in vacanza qui, e ho anche lavorato tanto». Tutti ricordano Viaggi di nozze. «Sì, i miei ricordi fantastici con Carlo Verdone sono tutti legati al San Domenico di Taormina e a quel film che fece epoca. Siamo rimasti molto amici». Claudia Gerini ha appena finito di girare una serie crime Netflix, Sara tratta dalla saga di Maurizio De Giovanni (autore de I bastardi di Pizzofalcone e Il commissario Ricciardi) incentrata sull’ex agente dei servizi segreti e sulla sua amica Teresa, appunto la Gerini che nel frattempo è tornata sul set per un noir di Vincenzo Alfieri, e pensa anche ad un ritorno in teatro con un testo classico.