Femminicidio, violenza di genere, bullismo, oppressione culturale che non consente la libera scelta. Dal 4 al 7 maggio al The Space cinema moderno di Roma, sei registi siciliani porteranno sul grande schermo un viaggio tra le tematiche sociali, sempre attuali: l’occasione sarà la sedicesima edizione di Tulipani di seta nera, festival internazionale della cinematografia sociale, che vedrà la partecipazione record di sei cortometraggi di matrice siciliana. Scritte, dirette e talvolta interpretate dagli stessi registi, le storie affronteranno dinamiche sociali che ancora oggi si consumano. Così, troviamo un corto storico culturale, Pietrazita, ambientato nella famosa Sant’Angelo di Brolo, immersa nel verde della catena montuosa dei Nebrodi. Lì, in un ambiente rurale che fa da sfondo a costumi e tradizioni di una Sicilia di un tempo passato, il regista, nonché tra gli interpreti della pellicola, il palermitano Angelo Faraci, fa ruotare la storia, che affronta il tema del femminicidio, intorno all’attrice Beatrice Ingegneri, classica donna di paese irraggiungibile, che tutti desiderano ma soltanto un uomo riuscirà a conquistare attraverso un raffinato e galante corteggiamento. C’è anche spazio per il tema del negazionismo legato al covid 19. A proporlo il messinese Giovanni Giuffrè attraverso la storia di Antonio, adolescente ribelle che nel corso della storia sarà costretto a rivedere i suoi ideali, figli della superficialità. Un omaggio alle vittime del virus.
Nata a Rovereto da genitori siciliani, Martina Bonfiglio porta sul grande schermo la tematica della violenza famigliare e gli stereotipi di genere attraverso il personaggio di Claudia, giovane ragazza vittima di abusi da parte di un padre violento e alcolizzato. Sfogo e libertà verrano trovati in una pistola giocattolo, che permetterà alla protagonista di fuggire dalla realtà.
Il vittoriese Nuccio Modica, invece, trae libera ispirazione da un fatto di cronaca realmente accaduto, il caso di Saman Abbas, uccisa perché rifiutatasi di obbedire ad una promessa di matrimonio fatta dal padre, secondo le usanze del suo paese di origine.
Palermitana anche la pellicola God’s forgiveness, firmata da Michele Li Volsi: la storia di un prete, padre Fabrizio, il cui passato lo porterà a schierarsi in difesa di chi è più debole. Ma arriverà il giorno in cui questo passato tornerà a bussare alla porta.
Tema del bullismo affrontato invece da Marco Ferrara, regista catanese che attraverso i ricordi di Ivan, giovane fotografo, racconta le disuguaglianze sociali che nel corto si consumano a scuola, dove Ivan viene preso di mira dai compagni a causa della sua povertà familiare.