In occasione dei 75 anni delle attività della Fondazione Ente dello Spettacolo, Papa Francesco ha incontrato in Vaticano alcuni cineasti italiani, tra cui il regista bagherese Giuseppe Tornatore, che nel 2000 ricevette proprio dalla Santa Sede il premio Bresson, premio cinematografico conferito dal dicastero per la Comunicazione e dal dicastero per la Cultura e l'educazione, insieme alla Feds. Sono soltanto due i cineasti che hanno ricevuto l'ambito premio in Italia, Tornatore e Liliana Cavani, che è stata premiata nel 2008, anche lei presenti all'udienza. Nella sede della Santa Sede c'erano anche esponenti della Chiesa, istituzioni del cinema e giornalisti. Presente anche il presidente della Fondazione ente dello spettacolo, monsignor Davide Milani: «Il cinema di cui vogliamo occuparci nella nostra storica "Rivista del cinematografo", nelle iniziative editoriali digitali, nei libri, nei dibattiti, nei festival - ha detto il decano - è quello che narra l’uomo nella sua verità, nelle domande e speranze, nelle ferite e nella capacità del bene, nell’apertura al senso dell’esistere che trascende la materialità dell’esistenza. Scorgere e diffondere gli echi e i riflessi della parola e del volto di Cristo - ha concluso Don Milani - di cui è sempre più ricca la cinematografia contemporanea, è per noi la missione, la necessità di parlare un linguaggio nuovo». Dopo aver consegnato nella mani del presidente della Feds il suo discorso, Papa Francesco si è rivolto ai cineasti, ringraziandoli per il lavoro svolto finora e spronandoli a proseguire in questo cammino: «Se vogliamo qualificare le grandi opere del cinema – ha detto il Pontefice – possiamo dire che soltanto quelle che sono riuscite ad esprimere l’armonia umana, sia nella gioia, sia nel dolore, sono quelle che passano alla storia. Per questo vi ringrazio per il vostro lavoro. È un lavoro evangelico. Anche un lavoro poetico, perché il cinema è poesia: dare vita è poetica. E ringrazio tanto per il vostro cammino: andate avanti, dietro ai grandi. Voi, come italiani, avete una storia gloriosa”.