Il suo nome sarà il più caldo per tutto gennaio, esattamente come nelle precedenti sessioni di mercato: cambia il direttore sportivo ma i nodi da sciogliere sul futuro di Brunori restano gli stessi. Nei dialoghi di sabato a Torretta tra Osti, Dionisi e Gardini si è parlato anche del destino dell’attaccante, bandiera ammainata del Palermo nella prima metà di stagione: per lui appena una gara da titolare negli ultimi tre mesi, ma il sostegno del pubblico non è mai venuto meno ed è andato di pari passo con una rottura sempre più profonda con la società.
Il numero 9, secondo miglior marcatore della storia rosanero, è nell’ormai consueto limbo tra permanenza e addio: la prima condizione però potrà verificarsi solo se lo scenario sarà diverso dal recente passato, in cui Brunori è scalato indietro nelle gerarchie di Dionisi perdendo spazio a vantaggio di Henry e Le Douaron. La mossa, legata ai mal di pancia estivi e alle prestazioni mediocri delle prime giornate, non ha pagato in termini realizzativi: il duo francese ha messo insieme appena quattro gol, equamente suddivisi, e non ha mai dato quell’imprevedibilità in grado di spaccare le partite. I rosa hanno chiuso dicembre con un inquietante zero alla voce gol su azione: tutte le marcature (due con lo Spezia, una a testa con Catanzaro, Sassuolo, Bari e Cittadella) sono arrivate sugli sviluppi di palle inattive, a rimarcare un’inefficienza offensiva che riguarda non solo i centravanti ma tutti gli effettivi.
Il ritorno di Brunori da titolare con il Bari ha ridato vivacità: Dionisi avrà ora il compito di decidere come (e se) collocarlo all’interno dello scacchiere tattico, mentre Osti dovrà definire con il club la strategia di mercato con la consapevolezza che una separazione sarebbe dolorosa. Qualsiasi riflessione sul numero 9 deve tenere conto di due assunti: da un lato il Palermo dovrà abbassare le pretese rispetto ai 6 milioni di euro chiesti in estate, dall’altro una cessione in Serie B potrebbe rivelarsi un boomerang.
Al momento lo scenario è lo stesso della precedente sessione di mercato: tante manifestazioni di interesse, nessuna richiesta concreta. Due le squadre di A che lo hanno messo nel mirino: il Venezia, destinato a una rivoluzione nel reparto offensivo che vede anche i rosa coinvolti, e Cagliari, dove la separazione da Lapadula sembra ormai questione di giorni. Anche Sassuolo e Cremonese sono tornate a seguire da vicino la vicenda Brunori, ma su questo Osti dovrebbe seguire la linea tracciata dalla società in estate: nessuna possibilità che il giocatore venga ceduto a una rivale cadetta.
Tale situazione potrebbe cambiare se fosse esplicitamente la punta a chiedere la cessione attraverso il suo agente che più volte aveva bussato alla porta di De Sanctis per avere chiarimenti sui programmi di gennaio. Su questo solo le prime gare del 2025 potranno fare chiarezza: un inserimento di Brunori dal primo minuto contro Modena e Juve Stabia, oltre a dare un segnale di distensione a un pubblico inferocito per i risultati mediocri e la gestione poco trasparente del capitano, restituirebbe in parte al giocatore quella centralità persa negli ultimi mesi.
A prescindere dagli sviluppi intorno al numero 9, i rosa saranno chiamati a muovere qualche pedina là davanti: troppo pochi 20 gol in altrettante partite per ambire a un campionato discreto. Difficile che qualcosa possa muoversi in uscita, dove Henry (prestito con obbligo di riscatto) e Le Douaron (costo 4 milioni e firma fino al 2029) hanno contratti pressoché blindati: più semplice invece acquistare una quarta punta e magari passare a un modulo con due centravanti. I primi nomi sul taccuino sono Gytkjaer, Raimondo (entrambi Venezia ed entrambi sul mercato) e Lapadula, ma sono tutte operazioni parecchio complesse: per il primo sono ben avviati i dialoghi con la Cremonese (che però deve prima cedere De Luca, con la Reggiana in pole), il secondo è in trattativa con la Sampdoria (anche qui si aspetta un’uscita, quella di La Gumina al Bari) e il terzo non scalda la piazza rosanero per l’età avanzata e lo scarso utilizzo negli ultimi mesi. Nessun margine invece per un ritorno di fiamma per Borrelli, in rotta con il Brescia: Cellino non intende prendere in considerazione offerte della Serie B. Difficile dunque che a Palermo qualcosa si muova prima di metà gennaio, ma se con il Modena non dovessero arrivare segnali di ripresa si spingerà sull’acceleratore.
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