Il Palermo si gode Joronen, in porta è già una garanzia
Appena tre gol incassati nelle prime gare ufficiali e una sensazione di sicurezza che si è diffusa progressivamente anche fra chi era scettico. È questa la fotografia più fedele dei primi passo di Joronen al Palermo, un portiere che si sta imponendo con discrezione, professionalità e una calma contagiosa. Ogni volta che è stato chiamato in causa ha risposto con interventi puntuali (più del 90% dei tiri parati), dimostrando di essere molto più di un semplice sostituto, ma piuttosto un valore aggiunto, un punto fermo di un progetto che sta crescendo partita dopo partita. Il suo arrivo in Sicilia è stato il risultato di un lavoro meticoloso da parte della dirigenza. Dopo l’infortunio di Gomis e l’arrivo di Bardi (poi anche lui finito ko), il Palermo ha intrapreso un percorso di ricerca approfondito, analizzando diversi profili e valutando varie opzioni sul mercato nazionale e internazionale. Serviva un portiere di esperienza, abituato a gestire la pressione, ma anche con quella fame di riscatto che potesse tradursi in leadership silenziosa e rendimento costante. La scelta è ricaduta su Joronen, reduce da stagioni di buon livello con il Venezia e con un curriculum solido in Serie B. L’impatto con Palermo, però, non è stato immediatamente accompagnato da entusiasmo. Parte della tifoseria, ancora scottata dagli alti e bassi degli ultimi anni, guardava al nuovo portiere con una certa prudenza. Joronen, dal canto suo, ha preferito parlare sul campo, con i fatti, lasciando che le sue prestazioni diventassero il miglior biglietto da visita possibile. Col passare delle gare, il finlandese ha conquistato tutti con il suo stile sobrio ma estremamente efficace. Non è un interprete spettacolare nel senso estetico del termine, ma è tremendamente concreto. Le sue parate raramente lasciano spazio all’improvvisazione: ogni intervento è frutto di lettura, di posizione, di senso del tempo. Caratteristiche che trasmettono tranquillità non solo alla difesa, ma all’intero gruppo. Si vede spesso Joronen coordinare la linea arretrata, richiamare i compagni, correggere movimenti e dettare i tempi delle ripartenze. Una leadership naturale, costruita più con l’esempio che con le parole. Anche i numeri confermano la sua affidabilità. Joronen è il primo portiere del Palermo a parare un rigore in Serie B (quello ad Esposito sabato scorso a La Spezia) dopo Pigliacelli, che ci riuscì nel novembre 2023 contro la Sampdoria. Ma ciò che colpisce di più è la sua costanza in questa particolare specialità: a partire dalla stagione 2015/16, tra i portieri stranieri del campionato cadetto, solo Nicolas può vantare una migliore percentuale di rigori neutralizzati (nove contro i sette del finlandese su 26 tentativi). L’approccio mentale è, forse, la vera forza di Joronen. La calma con cui affronta ogni situazione, la gestione dei momenti di pressione e la capacità di restare concentrato anche quando viene poco sollecitato sono qualità che raramente passano inosservate. È un portiere che trasmette equilibrio, che sa essere decisivo senza bisogno di gesti plateali. In un contesto come quello di Palermo, dove l’attenzione mediatica è sempre alta e le aspettative della piazza sono elevate, questa solidità mentale fa la differenza. Oggi, a distanza di poche settimane dal suo arrivo, Joronen non è più il nuovo portiere del Palermo: è diventato una certezza. Un leader silenzioso che unisce tecnica e temperamento, che non alza mai la voce ma che riesce, con la sola autorevolezza del suo ruolo, a tenere la squadra concentrata e compatta. Se la fase difensiva del Palermo ha trovato equilibrio e continuità, parte del merito va proprio a lui: al suo modo di leggere le situazioni, alla sua capacità di comunicare con il reparto arretrato, alla fiducia che riesce a infondere anche nei momenti più complessi. Come nel finale della partita con lo Spezia con un’uscita perfetta sui piedi di Vlahovic. La sensazione è che questo sia solo l’inizio di un percorso importante. Il Palermo ha trovato in Joronen non soltanto un numero uno, ma anche un punto di riferimento.