La difesa è sempre un muro, il Palermo blinda la porta
Un solo gol incassato in quattro partite, più per una casualità che per una reale disattenzione, e una sensazione di invulnerabilità che però non deve in alcun modo far abbassare la guardia: l’inizio di stagione del Palermo in fase difensiva è piuttosto vicino alla perfezione, ma una simile attenzione andrà riproposta per tutto il campionato se si vuole davvero centrare il traguardo della Serie A. La supremazia territoriale del Südtirol nella fase centrale della partita e un conteggio dei tiri superiore rispetto a quello dei rosa (16 contro 12) non sono realmente indicativi della grande prova del terzetto arretrato di Inzaghi: Bani si è confermato un leader di categoria superiore (anche se il secondo cartellino giallo in tre partite lo avvicina un po’ a una possibile squalifica), Ceccaroni è una certezza sia dietro che davanti, Peda e Diakité hanno dato vita a un ballottaggio assolutamente equilibrato in quanto entrambi stanno limitando al massimo le sbavature. Ai tifosi resta il rimpianto di non vedere nel terzetto Magnani, con il quale la retroguardia del Palermo avrebbe acquisito ancora più solidità, ma anche così le cose vanno discretamente, almeno per ora. Al Druso Joronen ha dovuto effettuare appena due parate, una su un tiro-cross di Davì e l’altra su un tracciante di Merkaj sul primo palo: nessuna delle due si è rivelata particolarmente difficile, anche grazie alla copertura dei suoi difensori sui tiratori; più preoccupanti i tentativi fuori bersaglio di Pietrangeli e dello stesso Davì nella ripresa, ma anche in quel caso le marcature arcigne della squadra di Inzaghi non gli hanno permesso di colpire in maniera pulita. Iniziare la stagione con tre reti inviolate su quattro è certamente un’ottima premessa, soprattutto se si considera che anche nelle gare precedenti la difesa rosanero aveva sofferto relativamente poco. Con la Cremonese (0-0) di sortite dalle parti di Bardi se ne sono viste pochissime; con la Reggiana (2-1) i tiri sono arrivati principalmente da fuori, incluso quello a segno di Tavsan (con deviazione), e di pericoli reali il numero 22 non ne ha corsi; con il Frosinone (0-0) Joronen ha vissuto una serata meno tranquilla, ma di parate difficili non ne ha dovute compiere e i principali pericoli creati dagli ospiti sono finiti fuori dallo specchio. In totale sono 11 tiri in porta in 360’ e una sola rete subita: numeri da grande squadra, ma che andranno confermati nel prosieguo della stagione a cominciare dalla sfida di venerdì con il Bari. Nel 2024/25 il Palermo aveva avuto una sola striscia da tre su quattro senza incassare gol, quando tra dicembre e gennaio la porta era rimasta inviolata contro Bari (1-0), Modena (2-0) e Juve Stabia (1-0) con in mezzo la serataccia di Cittadella (2-1). Lì però, con un’aria di crisi che aleggiava sopra la squadra e uno scossone societario in corso (era il periodo dell’avvicendamento tra De Sanctis e Osti), le gare senza reti subite sembravano più una casualità che una realtà costruita con merito, per via soprattutto delle tante occasioni da gol concesse agli avversari e non sfruttate. Adesso si respira un’aria diversa, con una consapevolezza sempre più forte dei propri mezzi e la sensazione che il meglio del potenziale dei giocatori vada ancora espresso. In più risultati come quello di Bolzano, con i rosa in grado di ottenere i 3 punti nonostante una prestazione non scintillante, aiutano a consolidare la fiducia e tenere alta l’asticella: se le partite si vincono con i guizzi dei grandi bomber come Pohjanpalo, altrettanto fondamentale è avere una difesa rocciosa per conservare il punteggio.