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Palermo, flop panchina: i cambi non funzionano mai

Dalle scelte discutibili di Dionisi all’approccio soft di chi entra: le variazioni in corsa si sono rivelate inutili. Quattro gol dai «precari», solo uno decisivo per una vittoria

Una sostituzione ordinata Alessio Dionisi durante la partita al San Nicola a Bari (Foto Tullio Puglia)
Una sostituzione ordinata Alessio Dionisi durante la partita al San Nicola a Bari (Foto Tullio Puglia)

I cambi non aiutano il Palermo. I rosanero non riescono a indirizzare le partite con i calciatori che subentrano all’undici iniziale e, di fatto, raramente sono riusciti a mettere insieme qualcosa che abbia contribuito all’ottenimento di punti. I numeri sono - se paragonati alle squadre che stanno davanti in classifica - per certi versi molto al di sotto della media. In 33 gare Dionisi ha operato 159 cambi (sui 165 disponibili) che hanno fruttato appena quattro reti, di cui due, tra l’altro, ininfluenti dal punto di vista del risultato. I re dei cambi sono, invece, Grosso che con il suo Sassuolo dalla panchina ha pescato 21 gol (due anche contro il Palermo) e Stroppa della Cremonese con 18 reti arrivate dalla panchina, tra cui due arrivate al Barbera poche settimane fa che hanno consentito ai lombardi di ribaltare il punteggio che li vedeva sotto di 2-0, trasformandolo in 3-2 a loro favore.

Numeri importanti che in qualche modo si sono trasformati in punti sia per i neroverdi che per i grigiorossi. Un apporto che, invece, il Palermo non ha avuto e non è riuscito quasi mai ad invertire un trend o consolidare un risultato parzialmente acquisito. L’unica vittoria arrivata con un gol dalla panchina risale alla terza giornata ad agosto con Insigne in rete contro la Cremonese, con il numero 11 che si è poi ripetuto con il Südtirol mettendo a segno il gol del definitivo 3-1. Un punto ha portato il guizzo di Di Mariano contro il Cosenza, sempre nel girone di andata e ininfluente, infine, il sigillo di Brunori sul campo della Juve Stabia.

Allargando il cerchio agli assist e, più in generale anche ai calci di rigore conquistati o reti propiziate, il bottino dei rosanero migliora leggermente ma resta comunque parecchio più basso rispetto a quelli delle dirette concorrenti. In totale si arriva a 9 tra reti messe a segno e gol arrivati grazie al contributo dei subentrati. Dei dati che in qualche modo hanno contribuito al gap che si è creato con le formazioni che in questo momento godono di una posizione migliore rispetto a quella dei rosanero anche nella griglia play-off. Ad esempio, Mignani, ex rosanero adesso al Cesena, dalla panchina ha pescato 15 gol (sempre tra reti dirette e partecipazioni), Longo del Bari 14, Caserta del Catanzaro 13. Non è certamente l’unica discriminante sui punti conquistati (il Pisa ha trovato solo due gol dalla panchina e altre 5 partecipazioni), ma dall’altra parte è un segnale che in qualche modo che le sostituzioni non portano grandi benefici alla squadra, anche a prescindere dal minuto in cui arrivano. Nelle scorse gare Dionisi era stato solito operare i primi cambi attorno al 60’, adesso questa strategia è stata cambiata con gli avvicendamenti che arrivano qualche minuto più tardi, ma la storia è rimasta pressoché identica. Eppure, l’anno scorso era un elemento vincente con 13 gol arrivati dalla panchina e un totale di 24 partecipazioni.

È chiaro che da una parte devono essere i giocatori stessi ad entrare in campo con il piglio giusto, dall’altra anche chi è già in campo deve mettere nelle condizioni i compagni di inserirsi nel migliore dei modi. E, infine, lo stesso Dionisi ci ha messo del suo, considerato che spesso i cambi si sono rivelati anche armi a doppio taglio. Non è sicuramente semplice e di mezzo ci sono stati anche degli infortuni che in alcune fasi della stagione hanno in qualche modo costretto il tecnico a compiere delle scelte quasi obbligate, ma è anche vero che talvolta le sostituzioni hanno creato più di qualche dubbio e malcontento sugli spalti, con i tifosi che hanno mostrato il loro disappunto. Ultima in ordine di tempo la gara con il Bari, dove Dionisi è apparso in qualche modo accontentarsi del pari con dei cambi «conservativi» e alla fine non è stato premiato. Serve un cambio di marcia, ai play-off le sostituzioni possono essere decisive.

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