Palermo

Lunedì 07 Aprile 2025

Palermo, Dionisi: «Col Sassuolo dobbiamo tenere la stessa identità per 90 minuti»

Giocare senza guardare la classifica altrui per essere, almeno per un pomeriggio, al livello della squadra che sta dominando il campionato: questo l’obiettivo del Palermo in vista del match di domani con il Sassuolo. Per risalire la china - ha spiegato il tecnico rosanero Alessio Dionisi in conferenza stampa - i rosa dovranno andare oltre le proprie possibilità: «Sappiamo che potevamo fare di più, ma ora è tempo di guardare avanti e guadagnarci i play-off. Prima avevamo un obiettivo diverso, ma poi ci siamo dovuti rimboccare le maniche e ora stiamo lottando per qualcosa di altrettanto importante. Affrontiamo la squadra migliore del campionato per distacco, per quello che stanno facendo e per quello che otterranno: mi aspetto lo stesso Sassuolo che ho visto nelle ultime partite, non verranno qua con la pancia piena. Se saremo determinati riusciremo a metterli in difficoltà: tanti dei giocatori che affronteremo questo weekend li ho allenati, i ricordi fanno parte dell’esperienza ma adesso sono l’allenatore del Palermo e mi piacerebbe vincere con il Palermo». Fondamentale, secondo il tecnico, ripartire dal primo tempo dell’Arechi: «Non penso che con la Salernitana ci siano stati blackout, siamo stati ordinati per tutta la partita. Segre si sta allenando bene e con la Salernitana ha fatto un gran lavoro in un ruolo più avanzato: la sua conferma è una possibilità, ma non l’unica. Pierozzi era uscito per un problema di poco conto, ma ha già risolto». Dionisi è tornato anche sulle difficoltà della panchina: «Il problema non è chi subentra, ma la necessità di mantenere la stessa identità per novanta minuti: chi non gioca non deve sentirsi svuotato, ma motivato a sfruttare l’opportunità che ha quando entra. È vero che non sempre ho ricevuto il miglior contributo con gol e assist, ma nelle piccole cose qualcosa di importante l’hanno data. Se i fischi arrivano a partita in corso è chiaro che i giocatori sono condizionati: in campo non c’è solo la tattica, ma anche la volontà e la testa. Se i ragazzi fossero più sereni si esprimerebbero meglio ma sono pagati per andare oltre le difficoltà». Dionisi è tornato anche sulle difficoltà della panchina: «Il problema non è chi subentra, ma la necessità di mantenere la stessa identità per novanta minuti: chi non gioca non deve sentirsi svuotato, ma motivato a sfruttare l’opportunità che ha quando entra. È vero che non sempre ho ricevuto il miglior contributo con gol e assist, ma nelle piccole cose qualcosa di importante l’hanno data. Se i fischi arrivano a partita in corso è chiaro che i giocatori sono condizionati: in campo non c’è solo la tattica, ma anche la volontà e la testa. Se i ragazzi fossero più sereni si esprimerebbero meglio ma sono pagati per andare oltre le difficoltà».

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