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Magnani: «Qui per la A, il Palermo ce la può fare»

Il difensore: «L’obiettivo della società è chiaro, speriamo di centrarlo già in questa stagione. Il passato non conta, ora siamo in fiducia»

Magnani (Foto Tullio Puglia)
Magnani (Foto Tullio Puglia)

Arrivato lo scorso gennaio, Magnani fin da subito è diventato uno dei pilastri più importanti della squadra rosanero. L’ex Verona è arrivato a Palermo a titolo definitivo firmando un contratto fino al 2028, accettando di ripartire dalla Serie B con una società ambiziosa e che ha come obiettivo quello di raggiungere la massima serie. Magnani, da quando è diventato un nuovo giocatore del Palermo è sempre stato schierato da titolare, mettendo in mostra tutte le sue doti.

Magnani, come avete accolto il pareggio con la Sampdoria? Dopo l’espulsione, la vittoria sembrava più vicina…
«Questo pari ha risvolti positivi, ma è chiaro che per una squadra che sta facendo il nostro percorso ne ha di negativi. Lascia un po’ l’amaro in bocca perché da parte nostra c’era voglia di vincere e non abbiamo raggiunto questo successo. Marassi è un campo difficile e la Samp è una squadra forte, storica e che ha gennaio ha fatto un ottimo mercato. Sapevamo che non sarebbe stata una partita semplice»

Il Palermo è in serie utile da cinque partite, questa striscia positiva che tipo di consapevolezza porta all’interno della squadra?
«Sicuramente ci trasmette tanta fiducia e di guardare al futuro in maniera positiva, oltre a togliere qualche scoria del passato che aveva un po’ avvelenato la squadra. Vincere aiuta a vincere, questo deve essere una rampa di lancio per il finale di campionato».

Da quando è arrivato Dionisi l’ha impiegato praticamente in tutti i ruoli della difesa a tre, in quale si trova meglio e dove riesce ad esprimere il massimo del suo potenziale?
«Per certe cose preferisco fare il braccetto, in fase di impostazione. Mentre se considero solo la fase difensiva, mi piace stare in mezzo che è quello che è sempre stato il mio ruolo. Ma non è importante, l’importante è che ci sia umiltà e dare una mano dove serve».

Ha lasciato la Serie A per iniziare questo nuovo percorso in rosanero. È passato poco più di un mese, qual è il suo momentaneo bilancio?
«Ho lasciato la massima serie con l’intenzione di tornarci con il Palermo. Il mio bilancio fin qui è positivo, avrebbe potuto esserlo ancora di più se avessimo centrato qualche risultato migliore che avremmo meritato, vedi Spezia. Però penso che dal mio arrivo la squadra si sia compattata e stia facendo bene. Questa è la cosa importante».

Che gruppo ha trovato? Dopo di lei sono arrivati anche Audero e Pohjanpalo, come vi siete inseriti?
«C’è un gruppo splendido con tanti bravi ragazzi. Un gruppo coeso che ci ha accolto benissimo e ha fatto di tutto per metterci nelle migliori condizioni per rendere al meglio».

In carriera è stato allenato da diversi tecnici importanti come De Zerbi, lo stesso Baroni, Tudor, Juric. Che tipo di tecnico è Dionisi?
«Al netto dell’importanza degli allenatori, credo che si debba essere bravi a prendere qualcosa per se stessi da ognuno di loro. Per i tecnici vale sì la storia, ma anche il rapporto con il singolo giocatore. A me Dionisi sta trasmettendo qualcosa di positivo. È un allenatore che ha grande calma ed è una cosa che apprezzo. Dà valore al lato umano, che per me è la cosa più importante».

Come si trova con i suoi compagni di reparto e secondo lei quali sono i loro punti di forza?
«Mi trovo bene con tutti, sono giocatori forti con caratteristiche diverse e che si completano bene tra loro. Siamo un grande reparto».

All’interno dello spogliatoio vi siete posti un obiettivo in termini di classifica?
«L’obiettivo penso che sia chiaro e dettato dall’atteggiamento della società, come nell’ultimo mercato. L’obiettivo è grande, raggiungere la Serie A nel più breve tempo possibile. Speriamo come squadra di riuscire a raggiungerla in questa stagione».

Lei è stato il primo acquisto del mercato di Osti, il ds ha avuto un peso nella sua scelta?
«Il direttore ha svolto un ruolo di prim’ordine nel portarmi qui. Ha avuto il suo peso perché conosco la sua storia e la persona che è. Affidarsi a persone di spessore è importante ed è un qualcosa che aggiunge valore ad un trasferimento».

In cosa questa società dimostra di far parte di uno dei network calcistici più importanti al mondo, se non il più importante?
«Con gli investimenti fatti. La società lavora a 360 gradi, dal punto di vista del rapporto con i tifosi, il marketing, la comunicazione, il centro sportivo che è un motivo di vanto. Ma anche dal fatto che stanno lavorando sulla questione stadio. Sono investimenti che in Italia ci vedono poco».

La prossima avversaria è la Cremonese, che gara si aspetta? È corretto parlare di scontro diretto?
«Loro sono una squadra di valore, forte e con individualità. Cose che abbiamo anche noi. Mi aspetto una gara un po’ contratta all’inizio che si poi si distende nel corso della partita. Mi aspetto e spero di trovare un Palermo arrembante, forte del suo stadio e della sua gente. È normale che sia uno scontro diretto, lo dice la classifica e lo dicono anche gli obiettivi di entrambe. È inutile nascondersi».

Diversi suoi compagni spesso hanno fatto intuire come ci sia grande voglia di promozione, la stessa che hanno i tifosi. È qualcosa che senti anche lei?
«Sì, il fatto di ottenere i risultati rende questa cosa più viva. Quando sono arrivato c’era un po’ di delusione. I risultati positivi trasmettono entusiasmo a noi, alla società e ai tifosi. È questo che dobbiamo continuare a fare».

Restando sul tema dei tifosi, cosa si sente di dirgli?
«Abbiamo una grande tifoseria, una delle più grandi d’Italia. Non merita questa categoria, ma qualcosa di più grande. L’unico modo per ottenerlo è insieme, quindi il mio è un grande appello ai tifosi di darci una mano per raggiungere questo grande obiettivo per noi e per la città».

Le sarà capitato in carriera di affrontare coppie d’attacco importanti, quella composta da Brunori e Pohjanpalo dove la inserisce nella sua personale classifica?
«Non mi sento di fare una graduatoria. Abbiamo attaccanti molto forti: Pohjanpalo è un finalizzatore, Brunori è uno che ha grandi colpi, una sorta di fantasista. Ma ci sono Le Douaron, Henry, Verre, Insigne, Di Francesco. Abbiamo tanti giocatori forti davanti e speriamo di toglierci tante soddisfazioni da qui alla fine perché lo meritiamo».

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