Se il pareggio con lo Spezia di sette giorni fa profumava di beffa, questo con il Mantova di ieri sa tanto di bocciatura definitiva. Soprattutto per Dionisi che non riesce a trovare un modo per fare giocare un calcio decente al Palermo e per farlo tornare alla vittoria. Successo che ormai manca da quasi un mese. La pesante contestazione incassata a fine partita dal tecnico (al momento resta in sella) è la logica conseguenza di quanto si è visto sul campo e di un risultato che zavorra ulteriormente la classifica. Il Palermo è ancora nono, a -2 dai play-off e anche a +4 dai play-out, ma le partite sono sempre meno e la sensazione di confusione totale sempre tanta. Vero che sul risultato ha inciso anche il rosso sciagurato rimediato da Ceccaroni a venti minuti dalla fine, ma quello che si era visto prima e dopo ha ricalcato in toto le precedenti partite del Palermo con una squadra incapace di mettere sotto un’avversaria modesta che veniva da un periodo negativo e che si era presentata al Barbera con tante certezze in meno rispetto alla partita di andata. Invece è finita con un pareggio, il secondo 2-2 di fila, che mette ancora più in evidenza tutte le lacune di questo Palermo che sono sicuramente caratteriali ma anche tattiche. Dionisi s’è presentato con un variante al 3-5-2, ovvero un 3-4-2-1 con Brunori e Verre alle spalle di Pohjanpalo per dare verve ad una manovra che troppo spesso è stata monocorde ma soprattutto per portare acqua al finlandese che ha bisogno di palloni in area per farli esplodere come geyser. Mossa che ha pagato a metà. L'articolo completo oggi sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edicola digitale.