I numeri roboanti delle ultime due trasferte hanno messo una pezza a un dato altamente negativo, ma se si guarda all’insieme c’è poco da essere soddisfatti. L’attacco del Palermo è uno dei peggiori dell’intera Serie B: sembra un paradosso se si considerano la qualità dei singoli interpreti e il gioco spiccatamente offensivo di Dionisi, eppure i gol sono 8 in altrettante partite con un discrimine inquietante tra gare esterne (sette) e interne (uno). Tra le prime tredici della classifica cadetta nessuna squadra ha segnato così poco: il Pisa, miglior attacco della categoria, è a 17 reti, più del doppio di quelle di Brunori e compagni. Lo zero delle prime due uscite, contro il Brescia e lo stesso Pisa, ha inciso pesantemente sul dato realizzativo del Palermo e, dopo tre gare consecutive a segno (Cremonese, Cosenza e Juve Stabia), sono arrivati altri due zeri (Cesena e Salernitana) intervallati solo dal tris di Bolzano: i problemi sembrano gli stessi del finale della passata stagione (8 gol nelle ultime nove partite tra campionato e play-off), con la squadra poco presente nell’area avversaria e con evidenti difficoltà a reagire nelle situazioni di svantaggio. Il mercato estivo serviva a colmare questa lacuna e De Sanctis è intervenuto in tal senso portando a Palermo profili del calibro di Henry e Le Douaron, oltre a un giovane di belle prospettive come Appuah, ma finora le risposte più significative sono arrivate da Insigne, che con due reti è capocannoniere provvisorio e ha già raggiunto il numero di marcature del 2023/24. A preoccupare è soprattutto l’enorme differenza tra casa e trasferta: lontano dal Barbera i rosa riescono a essere cinici e sfruttare gli spazi a disposizione, mentre in viale del Fante soffrono dinanzi a squadre che riescono a chiudere ogni varco. Altrettanto significativi i blackout delle gare casalinghe: con il Cosenza il Palermo ha accusato il colpo del gol subito ritrovando smalto solo nel quarto d’ora finale, con il Cesena ha «sonnecchiato» nella prima metà della ripresa evitando lo svantaggio solo per il fuorigioco millimetrico fischiato (due volte) agli avversari e con la Salernitana ha sofferto il primo tempo arrembante dei rivali trovando una reazione solo verso fine gara. Il prossimo scorcio di campionato sarà cruciale per dare segnali di ripresa sul piano realizzativo: le valutazioni su un cambio di modulo (sia dall’inizio che in corso d’opera) sono già sul taccuino di Dionisi, per quanto almeno in trasferta il 4-3-3 sembri aver iniziato a carburare. In base ai giocatori in organico il tecnico ha a disposizione diverse opzioni: il 4-2-3-1 valorizzerebbe il talento sulla trequarti di Verre e Ranocchia, il 4-4-2 aumenterebbe fino all’estremo il peso dell’attacco (riducendo però quello del centrocampo) con due esterni e due punte, il 4-3-1-2 garantirebbe la presenza di un fantasista alle spalle di due centravanti andando però a penalizzare il gioco sulle fasce, nelle quali i rosa possono contare su parecchi interpreti. Qualunque sia la direzione intrapresa, tutti i giocatori saranno chiamati ad alzare il livello di gioco e, se necessario, a sacrifici tattici: la strada verso la Serie A si sta facendo sempre più impervia ed è indispensabile ritrovare la rotta quanto prima.