Il presente è denso di nubi, il futuro ancora più cupo: giocare davanti al proprio pubblico si sta rivelando deleterio per il Palermo, che nemmeno contro una Reggiana in crisi di risultati è riuscito a interrompere un digiuno di successi casalinghi che va avanti da 70 giorni. Dopo il 3-0 al Como del 17 febbraio viale del Fante è diventata terra di conquista: sconfitte con Ternana (2-3) e Venezia (0-3), pareggi con Sampdoria (2-2) e Parma (0-0) e nuovo ko con i granata di Nesta (1-2). Il flop nei risultati, spesso e volentieri salutato da fischi, apre scenari tutt’altro che ottimistici sui play-off: i rosa quasi certamente avranno a disposizione il fattore campo, con due risultati su tre nella sfida di primo turno, ma con queste premesse il favore del pronostico rischia di venire meno. Ad oggi le annate in cui il Barbera era un fortino pressoché inespugnabile, retto da una squadra capace di tenere gli artigli spalancati per novanta minuti, sono un ricordo sbiadito: nel campionato corrente il Palermo ha perso sette volte in casa, solo la Sampdoria (otto) e le cenerentole Feralpisalò (dieci) e Lecco (undici) hanno fatto peggio in Serie B. Anche il confronto con un anno fa è impietoso: in una stagione chiusa a un passo dai play-off, i ko tra le mura amiche erano stati appena tre e tutti nella prima parte di campionato, quando era ancora in corso l’ambientamento alla cadetteria dopo tre anni di assenza. Adesso nemmeno il cambio in panchina ha dato gli esiti sperati: Mignani in casa ha ottenuto solo 2 punti su 9, ma quello che rischia di dargli maggiori preoccupazioni è il disinteresse sempre maggiore del pubblico, insieme al disappunto per gli spettacoli poco lieti a cui assistono. I 31.200 presenti sugli spalti per il Como, ultimo avversario uscito sconfitto dal Barbera, sono progressivamente diminuiti nelle gare successive: con la Ternana erano in 27.400, con il Venezia 27 mila, con la Sampdoria 23.400, con il Parma 21.100 e con la Reggiana 20.600. I risultati scadenti dei rosa, precipitati dal secondo al sesto posto e con prospettive di risalita vicine allo zero, hanno completamente spento l’entusiasmo che si era creato a inizio 2024 con un percorso inverso in classifica, che aveva visto Brunori e compagni risalire dalla sesta piazza di fine 2023 alla terza e con il secondo posto abbondantemente alla portata. L’auspicio che il Barbera offrisse una sponda ai sogni del Palermo, come avvenuto nelle annate 2004 e 2014 chiuse con la promozione, si è infranto sugli enormi limiti di una squadra mentalmente fragile, schiacciata dal peso di un pubblico esigente e della propria incapacità a correggere le partite che prendono una brutta piega. La gara con i granata è la perfetta rappresentazione di un’annata maledetta, che ha visto i rosa sgretolarsi nelle sfide interne con squadre sulla carta molto più deboli. Disastroso il bilancio con le neopromosse dalla Serie C: dopo la vittoria per 3-0 con la Feralpisalò sono arrivate tre sconfitte per 2-1 con Lecco, Catanzaro e appunto Reggiana; anche Cosenza, Cittadella e Ternana non sembravano avversari insormontabili, eppure tutte e tre hanno banchettato al Barbera con successi netti più nel gioco che nel risultato. Il ko più pesante è quello con il Venezia, in cui il Palermo è apparso quasi inerme contro una diretta concorrente e ha avuto una dimensione chiara del divario tecnico ed emotivo con chi ha ambizioni di promozione diretta: quella sera il pubblico si divise tra chi provava a sostenere i giocatori nel momento più difficile e chi li surclassava di fischi dopo una prestazione da brividi, sabato il malumore è stato unanime e adesso il rischio è di trovarsi uno stadio semivuoto all’ultima in casa, domenica contro l’Ascoli. Nella foto di Tullio Puglia l'uscita dei rosanero dal campo dopo la sconfitta con la Reggiana