Cercasi vittoria. Ma non disperatamente. Se la ricerca di un successo ad ogni costo - quel successo che manca in casa dalla gara interna del 17 febbraio contro il Como - diventa un’ossessione, tutto sarà più complicato. Non siamo ancora agli spareggi, abbiamo ancora negli occhi attacchi scriteriati con gol presi in contropiede, le sei sconfitte interne di questa stagione sono un marchio di stoltezza. Lo diciamo alla vigilia di una gara che sulla carta sembra molto abbordabile ma non lo è per niente. La Reggiana ha perso le ultime tre partite senza riuscire a segnare neppure un gol, la più recente in casa contro il Cosenza col punteggio di 4-0. È una squadra un po’ sotto choc anche per la contestazione dei suoi fans e con qualche assenza importante in difesa. Una squadra però che a soli quattro punti dalla zona play-out non può consentirsi ulteriori passi falsi, che per buona parte della stagione ha giocato bene, passando a Venezia e a Catanzaro. Vincere darebbe al Palermo la certezza dei play-off (in ogni caso molto probabili), consentirebbe di sperare ancora di prendere il Catanzaro al quinto posto, sarebbe una bella iniezione di fiducia ma oggi la priorità è muovere la classifica, consolidare i progressi di queste ultime giornate, migliorarsi in ogni parte del campo per arrivare agli spareggi con le carte in regola per giocarsi la serie A. Anche col calendario in salita. Lo diciamo pensando anche alla parte del pubblico rosanero che non ha esultato per i tre pareggi di Mignani, un ruolino non esaltante ma che ha almeno arginato la frana senza argini dell’ultimo periodo della precedente gestione tecnica. Tre risultati non esaltanti - ripetiamo - ma arrivati tutti dopo partite in cui il Palermo non ha mai subito, neppure contro il Parma. Tre partite in cui pur senza effetti speciali s’è ritrovato il concetto di squadra. Oggi è il momento di fare un piccolo passo in più provando a vincere senza concedere vantaggi alla Reggiana. Il nuovo tecnico sta conoscendo l’organico, ha trovato un modulo che protegge la difesa e che garantisce densità in mezzo al campo, l’ultimo passo è quello di sbloccare una fase offensiva che non ha dato molto, benché va ricordato che contro il Parma (la seconda migliore difesa del torneo) il Palermo ha avuto tre limpide occasioni da gol. Sarà Filippo Ranocchia l’uomo che può dare quel qualcosa in più, come fece a gennaio al suo arrivo? Può essere, oggi l’ex dell’Empoli torna disponibile ma probabilmente andrà in panchina, potrà essere utile in corso d’opera. Dove? Questo è il vero problema perché in questo 3-5-2 Ranocchia può giocare solo dove gioca Di Francesco, almeno a logica. Un mediano di interdizione è necessario (Henderson o Segre), Gomes (sopra, nella foto di Tullio Puglia) non si tocca e allora Mignani dovrà trovare la soluzione per mettere a frutto ogni potenzialità senza compromettere quell’equilibrio trovato nelle ultime giornate. Con Ranocchia in panchina, senza, Vasic, Aurelio e Coulibaly infortunati, giocherà la stessa squadra che ha affrontato il Parma dopo l’uscita dal campo di Di Mariano. Almeno queste sono le indicazioni della vigilia. Nedelcearu col Parma non è stato perfetto ma l’ultimo Ceccaroni non era piaciuto proprio per niente (neppure a Mignani), a destra dovrebbe giocare ancora Buttaro proprio per rispettare quell’equilibrio tra fase difensiva e offensiva e semmai potrebbe venir fuori la sorpresa Soleri al posto di Mancuso. In molti si chiedono perché Henderson sia stato preferito a Segre. Forse perché ha qualcosa di più nel palleggio e in fase di interdizione, ma se oggi Mignani dovesse preferire inizialmente l’ex granata la cosa non farebbe scandalo. Un mosaico tatticamente ormai chiaro nel quale andranno inserite tessere fondamentali come Ranocchia e Di Mariano. Magari in una squadra sempre più compatta e sempre più convinta di quello che fa. Il tempo non è tanto, è vero, ma queste quattro partite che mancano alla fine della regular season, tutte abbordabili e insidiose nello stesso tempo, devono servire principalmente da rodaggio per l’ultima e decisiva fase della stagione. Perché come ha spiegato chiaramente Silvio Baldini due anni esatti fa i conti vanno fatti alla fine dell’ultima partita.
Le probabili formazioni
PALERMO (3-5-2): Pigliacelli; Diakité, Lucioni, Nedelcearu; Buttaro, Henderson, Gomes, Di Francesco, Lund; Brunori, Mancuso REGGIANA (3-4-2-1): Satalino; Romagna, Rozzio, Marcandalli; Fiamozzi, Kabashi, Bianco, Pieragnolo; Melegoni, Portanova; Gondo