Al Palermo non fa differenza giocare in casa o in trasferta. E non solo perché il pubblico risponde sempre presente e riempie i settori ospiti in giro per l’Italia. I numeri, quelli del campo, lo confermano una volta di più. La squadra di Eugenio Corini, infatti, ha conquistato 25 punti in casa e 24 in trasferta.
In 15 partite giocate al Renzo Barbera, Brunori e compagni hanno ottenuto 8 vittorie, un solo pareggio e 6 sconfitte, mentre lontano dalla Sicilia 6 sono stati i successi, 6 i pareggi e soltanto tre i ko. In casa, il Palermo ha la media di 1,67 punti a gara, mentre di 1,60 in trasferta. Un rendimento praticamente identico e un fattore campo quasi del tutto annullato. Il Palermo è la sesta squadra migliore del campionato per punti raccolti davanti ai propri tifosi (25), dietro a Venezia, Parma (a quota 33), Como (31), Catanzaro (27) e Cremonese (26), e la terza per punti fatti in trasferta (24). Davanti a se i siciliani hanno soltanto Parma (32), Cremonese (30) e Venezia a parità di punteggio (24). Sembrava impossibile, ma almeno su questo fronte la parola “equilibrio” sembra essere entrata nel gergo del mondo Palermo. C’è, da questo punto di vista, un bilanciamento importante nel rendimento tra gare in casa e in trasferta.
Lo stesso concetto o termine non può applicarsi se si parla della difesa, visto che il Palermo ha subito 41 gol in 30 giornate (più di uno a gara) di campionato e ne ha realizzati 52. Un ossimoro che conferma l’identità camaleontica della squadra e il suo viaggio continuo su una montagna russa. A Pisa, intanto, Corini ufficializzerà la sua scelta ideologica (non contigua all’idea portata avanti fino a qui) di schierare una squadra dal baricentro più basso e una difesa a tre (che diventa a 5 in fase di non possesso) che dovrebbe garantire più copertura. Alla ricerca della seconda vittoria di fila in trasferta dopo quella contro il Lecco ultimo in classifica (0-1).
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