L’obiettivo di iniziare il 2024 con un’impronta diversa dal 2023 si è schiantato sul Cittadella ma anche su difetti che la sosta non è riuscita a cancellare: sul banco degli imputati una difesa che continua a fare acqua da tutte le parti, subendo gol con uno schema che ormai le avversarie hanno identificato come punto debole del Palermo. Corini, nel momento in cui il saldo dei gol subiti ha cominciato a essere più pesante, ha provato a metterci una pezza intensificando il lavoro sulla retroguardia in allenamento, ma non è bastato. Il primo appuntamento del nuovo anno ha seguito lo stesso andazzo di fine 2023: dal match con lo Spezia del 23 ottobre sono 21 le reti incassate in dodici partite, con la porta di Pigliacelli rimasta inviolata solo con il Brescia dell’8 novembre; nelle otto gare che avevano inaugurato il 2023/24 il numero 22 era stato bucato appena quattro volte. Da quando il reparto arretrato si è scoperto fragile i rosa non hanno mai vinto in trasferta, vedendo sfumare al fotofinish le vittorie con Parma e Como proprio a causa di svarioni difensivi: a Cittadella ne sono arrivati altri due, con la sequenza vista troppe volte nelle ultime settimane del cross rasoterra a tagliare l’area e il successivo tocco vincente dell’avversario che accorre. A destare ulteriori perplessità è l’incapacità della retroguardia di contrastare Pittarello, che per due volte ha vinto i duelli con i rispettivi marcatori (Ceccaroni nel primo tempo e Nedelcearu nel secondo), raggiunto il fondo e messo in mezzo trovando Pandolfi e Vita a timbrare il cartellino. Dei 21 gol incassati in poco meno di tre mesi ben 7 sono arrivati con lo schema «maledetto». Il primo contro lo Spezia, sull’asse Zurkowski-Esposito; secondo e terzo contro il Lecco, con Crociata e Sersanti ben assistiti rispettivamente da Lepore e Ionita; il quarto, in casa della Ternana, lo ha siglato Casasola sul servizio Lucchesi; il quinto, a Como, è opera di Gabrielloni dopo la percussione di Curto sulla fascia, mentre gli ultimi due sono proprio quelli del Tombolato. Altre due reti sono arrivate in una modalità molto simile, con la sola differenza che il cross è stato a mezza altezza e non rasoterra: nel primo caso contro il Pisa con assist di D’Alessandro e gol di Valoti, nel secondo contro la Cremonese sull’asse Sernicola-Ghiglione. In tutto sono nove indizi che fanno un’amara prova: con questa fragilità difensiva e con marcature così blande sia dei terzini che dei centrali la Serie A rischia di diventare una chimera. Neanche il ritorno di Ceccaroni è servito a Corini per ritrovare equilibrio, anzi è proprio l’ex Venezia ad aver perso il duello fisico con Pittarello in occasione dell’1-0: se con la Cremonese il suo rientro non brillantissimo dipendeva soprattutto da una condizione fisica poco ottimale dopo un mese e mezzo di stop, stavolta la forma era quella delle grandi occasioni ma l’esito in termini di gol subiti è stato altrettanto negativo. Ad aumentare il rammarico, come evidenziato dal tecnico nel post gara, è il fatto che prima del vantaggio le migliori occasioni fossero capitate proprio al Palermo, mentre il Cittadella si era visto solo con qualche tiro da fuori: anche questa incapacità di mantenere il risultato nei momenti di maggior ispirazione è diventata una triste abitudine, che Corini dovrà eliminare quanto prima soprattutto nei match di alta classifica. Ad accendere un barlume di speranza è il probabile rientro di Lucioni contro il Modena: la sua esperienza al Tombolato sarebbe servita come il pane, ma le condizioni ancora imperfette dopo l’infortunio prima di Natale hanno dato un’ulteriore chance a Nedelcearu. Senza il numero 5 la già precaria tenuta difensiva dei rosa ha raggiunto il picco, con 7 gol distribuiti tra Como, Cremonese e Cittadella: ora il tecnico potrà finalmente ricomporre la coppia centrale Lucioni-Ceccaroni, allestita per puntare alla Serie A e assente dal primo tempo con il Brescia, quando l’ex Venezia ha dovuto alzare bandiera bianca. È con loro due in campo che il Palermo ha iniziato la stagione lasciando le briciole agli attaccanti avversari: le crepe non sono mancate, come testimoniano le 5 reti subite tra Spezia, Lecco e Sampdoria, ma Corini nella scorsa estate ha lavorato con insistenza sulla loro intesa ed entrambi hanno la giusta esperienza per guidare i rosa nella rincorsa alla promozione. Per tornare a sognare però bisogna prima chiudere la porta. Nella foto di Tullio Puglia il portiere del Palermo Mirko Pigliacelli