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Palermo, Graves punta dritto alla Serie A: «Con questi tifosi tutto è possibile»

Intervista al difensore danese, tornato protagonista: «Siamo un po’ staccati dal secondo posto, ma sono certo che lotteremo per il vertice. Ci sono ancora tante partite da giocare»

L'esultanza di Graves dopo il gol a Como

Il 30 gennaio sarà passato un anno dal suo approdo al Palermo: dodici mesi in cui Graves non sempre è stato al centro della squadra, ma nei quali non ha mai smesso di lavorare per scalare le gerarchie in attesa di una chance, che è arrivata poche settimane fa e che il danese ha colto in pieno, conquistando la fiducia di Corini e un posto da terzino destro che spera di mantenere durante la rincorsa alla Serie A. Il numero 2 rosanero ha raccontato al Giornale di Sicilia le sensazioni della sua avventura nella nuova realtà, partendo dall’esultanza per la rete al Sinigaglia.

Simon Graves, a Como ha segnato il primo gol in rosanero anche se poi la vittoria non è arrivata, cosa ha provato in quel momento?

«È stata una sensazione fantastica: sono contento anche per aver iniziato a giocare di più di recente, quella di Como è stata una partita importante perché ci ho messo dentro il gol».

È stata una prima parte di campionato strana per il Palermo: un ottimo inizio, poi tante partite difficili e la bella vittoria con il Pisa alla sua prima da titolare. Si aspettava di giocare quel pomeriggio e nelle partite successive?

«Più che aspettarmelo, ci speravo: mi sono allenato duramente ogni giorno per essere in formazione, la mia chance è arrivata con il Pisa e anche se sono rimasto un po’ sorpreso era ciò a cui puntavo. Quando ho saputo che avrei giocato anche le partite successive sono rimasto contento, ma ciò che mi ha reso più felice sono le vittorie».

Ora il girone di ritorno con la Serie A nel mirino. Secondo lei dove può arrivare questa squadra?

«Sono certo che riusciremo a raggiungere le posizioni di vertice, ma per la promozione diretta dovremo prendere le squadre davanti a noi: al momento siamo leggermente indietro, a tre punti dal secondo posto del Venezia, ma il campionato è lungo e ci sono tante partite da giocare ancora».

In carriera ha sempre giocato difensore centrale, ma nelle ultime settimane si è spostato sulla fascia. Quanto ha dovuto lavorare per questo cambio di ruolo? E l’eventuale arrivo di un altro terzino cambierebbe qualcosa per lei?

«Da quando sono arrivato a Palermo ho lavorato tanto sul mio ruolo in campo: in allenamento ho fatto sia il terzino destro che il difensore centrale, negli ultimi 4-5 mesi ho provato a capire un po’ meglio la nuova posizione visto che in carriera avevo sempre giocato al centro; nelle ultime settimane mi sono sentito sempre più a mio agio da terzino. Per quanto riguarda l’arrivo di un altro giocatore nel mio nuovo ruolo, non ritengo che questo cambierebbe più di tanto la mia situazione: continuerò a lavorare sodo per tenere il mio posto in squadra. Se arriverà un ulteriore terzino non è un problema, così funziona il calcio: in un club prestigioso come il Palermo c’è da competere per qualsiasi posizione in campo, cambierebbe poco per me».

È passato quasi un anno dal suo arrivo al Palermo: ci racconti la trattativa, le sue sensazioni e l’impatto con la nuova realtà.

«Fu il mio agente ad avvisarmi della possibilità di andare a Palermo: la cosa mi interessò subito, l’Italia è un grande paese con tanti calciatori importanti e anche il calcio espresso è di qualità. Sentivo di volere un’occasione lontano dalla Danimarca, Palermo mi si è presentata come un’opportunità affascinante e per fortuna la trattativa è andata per il meglio: ero felice di arrivare in un grande club come quello rosanero. Prima di arrivare non conoscevo granché di Palermo, poi nelle prime due settimane qui ho capito subito di essere arrivato in una realtà bellissima, specialmente per il tifo».

Un ottimo esordio con il Frosinone, poi tra marzo e dicembre ha giocato poco. Cosa ritiene non abbia funzionato? Ha mai pensato di andare via?

«All’inizio qualche partita l’ho giocata, poi ho dovuto fare i conti con alcuni infortuni e quando sono rientrato mi sono fatto di nuovo male: da questo punto di vista i primi mesi a Palermo non sono andati come speravo, perché ci ho messo un po’ per abituare il mio corpo al calcio italiano e anche gli allenamenti erano un po’ diversi da quelli che facevo in Danimarca. Sul cambiare squadra è chiaro che quando non giochi è qualcosa cui si pensa, ma non per me: sono sempre rimasto concentrato sul Palermo, ho seguito il tecnico e ho dato il 100% a ogni allenamento».

Quale pensa sia la differenza maggiore tra il campionato danese e la Serie B italiana?

«Rispetto alla Danimarca, in Serie B ci sono individualità più tecniche, più veloci, più intelligenti tatticamente e questo spinge un difensore come me a essere più concentrato: anche lo stile di gioco è diverso, qui le partite sono aperte e con più occasioni da gol mentre in Danimarca erano più bloccate».

Si aspettava un tifo così caldo a Palermo, sia nell’esultare che nel fischiare?

«Il supporto del nostro pubblico è sempre fantastico: si aspettano tantissimo da noi ed è per questo che qualche volta possono fischiare se non giochiamo bene: i fischi contro il Cittadella erano meritati, ma so che i tifosi vogliono sempre il meglio per noi e anche noi vogliamo il meglio per loro. Dobbiamo andare nella stessa direzione: tutti vogliamo la Serie A, servirà il massimo supporto del pubblico per permetterci di raggiungerla».

Ci dica una cosa che le piace di Palermo e una che non le piace.

«La cosa più bella di Palermo è il meteo: in Danimarca era tutta un’altra cosa, molto più freddo e con giornate piene di neve. Quello che forse cambierei della città è il traffico: ogni tanto muoversi con i mezzi è caotico».

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