Squadra che vince, non si cambia. In questo caso, più che squadra, sarebbe più corretto limitare la massima al centrocampo. Ebbene sì, perché per la prima volta in stagione il Palermo giocherà, con ogni probabilità, con lo stesso terzetto di centrocampo per la terza volta consecutiva. Un evento, più che una consuetudine, per il tecnico Corini, che nell’arco della stagione ha spesso ruotato gli interpreti della propria mediana, o volontariamente o per forza di cose.
Quello di mantenere lo stesso schema e gli stessi interpreti di centrocampo è una di quelle cose che garantisce ad ogni squadra una quadratura in mezzo al campo che può essere determinante ai fini dell’equilibrio dell’undici titolare. E in questo senso, Corini ha trovato le giuste risposte in Segre, Gomes ed Henderson. Sin dal match interno contro il Pisa, infatti, questo trio di centrocampo ha garantito equilibrio in mezzo al campo, copertura alla difesa e una buona dose di pericolosità in fase offensiva. I tre interpreti della mediana del Palermo, infatti, riescono a completarsi tra loro mettendo a servizio della squadra tutte le loro caratteristiche.
Gomes, per esempio, è il vero metronomo del Palermo, uno schermo davanti alla difesa al quale Corini difficilmente potrà e saprà rinunciare, per intensità e quantità. Il suo alter ego nel ruolo, Stulac (già 4 gol quest’anno), avrebbe tutte le carte in regola per partire dall’inizio al pari del collega francese che, tuttavia, rispetto allo sloveno può garantire più corsa e dinamismo. Unico neo per Gomes la scarsa attitudine sotto porta: da quando è a Palermo è ancora all’asciutto.
Così come Gomes, anche Segre (nella foto) si sta dimostrando elemento imprescindibile per questo Palermo e le sirene di mercato dalla Serie A sono una naturale conseguenza, visto il rendimento del numero 8 rosanero. Segre, infatti, dei tre è quello che sta pungendo più di tutti da un punto di vista offensivo. Sono tre i gol consecutivi, quattro in stagione, che Segre è riuscito a mettere a segno: Parma-Pisa-Como le ultime vittime dell’ex Torino (all’inizio c’era stata la Reggiana), che ha dei tempi d’inserimento invidiabili e che spesso non vengono letti dalle difese avversarie. Di piede o di testa, infatti, Segre ha fatto capire di riuscire a essere pericoloso in avanti, ma garantendo allo stesso tempo equilibrio e densità in mezzo al campo. Un doppio lavoro che nelle precedenti settimane spettava a Coulibaly che, comunque, è riuscito nel compito fino a quando il fisico gliel’ha concesso, salvo poi alzare bandiera bianca per qualche acciacco di troppo che non gli ha permesso di proseguire il momento positivo.
Infine, Henderson. L’ex Empoli è quello che deve fare da collante tra i due reparti e inventare con la sua fantasia occasioni per i propri compagni. Lo scozzese, infatti, è l’uomo di maggiore estro del centrocampo e dai suoi piedi, da un momento all’altro, ci si aspetta la giocata che può essere decisiva ai fini del risultato finale, come in occasione dell’assist a Nedelcearu nel gol del pari contro la Cremonese. Qualità ma, allo stesso tempo, tanta corsa e sacrificio in aiuto ai compagni di reparto, proprio come quello che viene richiesto al collega Vasic, che con Henderson si gioca il ruolo di mezzala destra, partendo più dietro rispetto al numero 53 rosanero.
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