Nel caos tattico del finale con il Catanzaro una sua capocciata ha riportato in partita il Palermo, ma non è bastato per acciuffare il pareggio. Per Stulac si è trattato del terzo gol in campionato, lui che non è né bomber di razza né tantomeno incursore o colpitore di testa: eppure, come contro Feralpisalò e Spezia, si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto.
Le sue ultime prestazioni non erano state particolarmente esaltanti, un po’ per colpa di un modulo in continuo mutamento e un po’ per uno stato di forma apparso meno ottimale rispetto a inizio stagione: a penalizzarlo è stata soprattutto l’insistenza di Corini sul doppio play, dal momento che la presenza contemporanea dello sloveno e Gomes ha tolto al centrocampo muscoli e velocità con l’obiettivo, per la verità realizzato solo in minima parte, di alzare la qualità del palleggio. La flessione del francese, che da Venezia in poi è sempre figurato nell’undici titolare e che venerdì è stato disastroso su entrambi i gol del Catanzaro, sta costando tantissimo al Palermo ma soprattutto al suo compagno di reparto, che nella costruzione del gioco ha dato il meglio di sé quando la regia era affidata esclusivamente a lui e ai suoi fianchi c’erano giocatori di corsa come Henderson e Segre: a tali difficoltà Stulac ha però risposto alzando il livello in fase realizzativa; c’è il suo nome al secondo posto tra i cannonieri rosa, al pari di Mancuso e a -1 da Brunori.
Le reti del numero 6, tutte messe a segno al Barbera, sono diversissime tra loro, a riprova del repertorio tecnico di un giocatore che dopo un’annata condizionata dal grave infortunio di dicembre 2022 ha finalmente trovato continuità: con la Feralpisalò ha chiuso un contropiede con un potente destro dal limite, con lo Spezia ha agguantato il pareggio al 104’ con una punizione al bacio e con il Catanzaro è saltato indisturbato in mezzo ai difensori a ridosso dell’area piccola. Per completare l’opera manca solo un gol con il sinistro, piede debole e generalmente poco utilizzato dallo sloveno: è chiaro che i compiti a lui richiesti non sono quelli di entrare nel tabellino dei marcatori, ma di fronte a una sterilità dell’attacco che non sembra avere fine in questo momento fa tutto brodo. Inoltre, la marcatura nei suoi confronti è spesso un enigma per gli avversari: più semplice nei tentativi di attaccarlo davanti alla difesa (specialmente se a farlo è un trequartista), molto complicata quando Stulac si sgancia in avanti; non a caso, tra i giocatori del Palermo quasi nessuno ha un tiro da fuori pericoloso ed efficace quanto il suo.
Lo spezzone di gara tutto cuore lo candida seriamente per un posto nell’undici iniziale a Parma, ma le incognite non mancano: l’eventuale riproposizione in coppia con Gomes limiterebbe notevolmente il raggio d’azione del numero 6, in più in un centrocampo che cambia pelle partita dopo partita un eventuale nuovo flop gli toglierebbe quella stabilità tra i titolari di cui Stulac, al pari dei compagni di reparto, avrebbe bisogno per potersi esprimere al meglio.
Nella foto di Tullio Puglia il gol di Leo Stulac
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