C’è la crisi del Palermo e poi c’è Mamadou Coulibaly. Il centrocampista senegalese è l’unica nota positiva in un mese più nero che rosa. Per Corini è l’incontrista ritrovato dopo l’infortunio che lo aveva lasciato fuori contro Spezia, Lecco e Sampdoria, tre gare in cui i siciliani hanno raccolto soltanto un punto. Contro il Brescia il 24enne ex Ternana è tornato in campo e ha fatto la differenza. Gol, ma non solo. Ti può capitare di buttarla dentro ma poi è il resto della prestazione a fare tutta la differenza del mondo. Tra la gara contro i lombardi e quella con i granata di domenica scorsa, il ragazzo nato a Thies è quello ad aver vinto più contrasti non solo tra i giocatori del Palermo, ma anche tra quelli delle squadre avversarie. E cioè almeno oltre 15 duelli vinti. Corre, lotta, recupera palla. Coulibaly è il perno che dà vita alla transizione offensiva della squadra. E anche in una prestazione tutt’altro che esaltante contro il Cittadella, le poche azioni pericolose del Palermo sono arrivate dai suoi piedi. O perché era lui a recuperare palla e dare vita al contropiede e perché è stato lui stesso a concludere. Come al tramonto del primo tempo, quando un suo inserimento non stava per premiarlo; il suo colpo di testa è però finito alto di poco sopra la traversa tra la delusione del pubblico al Barbera. Migliore in campo nelle ultime due gare in cui ha giocato titolare, la ripartenza passerà anche dai suoi muscoli. C’è un motivo perché, nonostante venisse da un infortunio, al suo rientro Corini lo ha schierato in entrambi gli impegni dall’inizio. Ed è probabile che sarà ancora lui a prendersi il centrocampo contro la Ternana domenica 26 novembre, al rientro dalla sosta per le nazionali. Quantità più che qualità, ma le sue movenze sono tremendamente efficaci. In campionato ha collezionato 6 presenze, di cui 4 da titolare, per un totale di 346 minuti. Era rimasto in panchina soltanto con la Feralpisalò perché era arrivato da poco nel capoluogo (prelevato dalla Salernitana in prestito sul gong del mercato estivo) e con il Cosenza alla sesta giornata. Poi Corini lo ha sempre utilizzato, sia pure per una manciata di minuti (7 con l’Ascoli e 32 con il Sudtirol). Dal suo rientro settanta minuti contro il Brescia e ben 83 contro il Cittadella. Contro i granata, una volta uscito dal campo, è stato applaudito da tutto lo stadio, in un frangente in cui peraltro i tifosi iniziavano a fischiare per una manovra di squadra che da circa 20 minuti era diventata farraginosa e quasi inesistente. Coulibaly sta imparando a farsi amare. Dalle sue lunghe e potenti gambe, il Palermo deve cercare di tirarsi fuori dalle sabbie mobili.