Si suole dire che la matematica è una scienza esatta ma sarebbe un errore cercare di definire la partita di stasera tra Palermo e Spezia «smorfiando» i numeri delle due squadre. Numeri secondo i quali la formazione rosanero dovrebbe aver vinto ancor prima di scendere in campo. Corini ieri ha un po’ avvisato nella canonica conferenza della vigilia, l’allenatore è uomo di calcio sa bene che dietro aride cifre si nascondono insidie di ogni genere, che ogni partita ha una storia a sé e che probabilmente tra Palermo e Spezia, per valori tecnici, non ci sono tredici punti di differenza come dice la classifica. Allora facciamo finta che lo Spezia non abbia vinto una sola gara (contro la Feralpisalò), che non abbia segnato soltanto sei gol in otto partite subendone undici, ricordiamoci invece per un approccio concreto e maturo alla partita che la squadra ligure è appena retrocessa dalla A e che alla vigilia del torneo era considerata tra le favorite. Cosa le stia accadendo forse non lo sa neppure Alvini, probabilmente è ancora sotto choc per la retrocessione della passata stagione (inattesa e giunta dopo lo spareggio contro il Verona), ma in fondo son cose che al Palermo importano poco.
Quel che conta guardando la partita dal nostro punto di vista è l’approccio mentale, che deve essere realista. Lucido come la... pelata di Lucioni. Perché, dietro i numeri nettamente a favore dei rosa, ci sono situazioni che devono essere tenute in conto. Intanto, la qualità degli avversari, che proporranno giocatori avvezzi alla Serie A come Verde, Bandinelli, Esposito; altri rapidi e concreti come Antonucci e Moro. Una squadra che non sta facendo bene ma che dopo il passaggio alla difesa a tre (oggi 3-4-1-2 con Verde trequartista con molta probabilità) sembra avere trovato più equilibrio. Poi vanno tenute in conto le difficoltà di giocare in casa. Esatto, nonostante la calorosa e appassionata spinta del pubblico tatticamente al Palermo viene meglio giocare in trasferta, dove non ha mai perso ed ha vinto quattro partite di fila grazie alla sua difesa di ferro. Attaccare e scoprirsi non è mai facile, ne abbiamo avuto prova nell’unica sconfitta stagionale, quella interna contro il Cosenza. Aggiungiamo il fatto meramente statistico ma da non trascurare: pur avendo mantenuto un ruolino straordinario (la classifica è solo provvisoria perché il Palermo ha due partite in meno del Parma, dunque potenzialmente è capolista) i rosa tre volte su otto hanno giocato in superiorità numerica. Per dire che il percorso che porta alla Serie A passa dalla consapevolezza che ogni partita quest’anno è una finale di Champions League, e come tale va giocata. Per centrare finalmente la quarta vittoria di fila in campionato oggi il Palermo dovrà cercare la partita perfetta, cercando di migliorare soprattutto la fase offensiva. Ancora troppo legata, come detto, alle ripartenze.
La notizia dell’ultima ora è il nuovo infortunio a Di Mariano, difficilmente avrebbe giocato tra i titolari ma è una situazione che umanamente dispiace. Di Mariano è arrivato in rosa per diventare la bandiera di questo Palermo ma ha già saltato la parte finale dello scorso campionato e in questa stagione ha giocato solo le prime cinque gare. Non ci saranno Coulibaly e Buttaro ma era già previsto. La formazione che affronterà lo Spezia sarà presenterà i soliti dubbi in mezzo al campo, dove Corini ha giocatori equivalenti a disposizione. L’infortunio di Coulibaly restringe la rosa, Henderson a Modena ha fatto un gran gol, Segre sembra in vantaggio su Vasic, così il solito quesito riguarderà Stulac-Gomes. I due stanno dividendo il pubblico rosa, come guelfi e ghibellini, sono giocatori diversi che Corini ha usato quasi col bilancino perché nessuno si senta la riserva dell’altro. Oggi, con Verde che merita un’attenzione particolare giocando tra le linee, Gomes sembra un filo favorito. Per il resto il Palermo che sta migliorando di partita in partita, con un assetto tattico ben preciso (4-3-3) e ruoli assegnati. In realtà a sinistra resta il dualismo Lund-Aurelio, oggi dovrebbe giocare l’italiano anche perché lo statunitense è reduce dagli impegni con la sua nazionale. In avanti Insigne, Brunori e Di Francesco. Con la speranza di vedere qualcosa di diverso dei traversoni a spiovere, ecco volendo trovare il pelo nell’uovo ci auguriamo che presto Di Francesco riesca a fare in questa squadra quello che Caso faceva nella passata stagione a Frosinone. Ne ha le qualità.
Nella foto di Tullio Puglia i rosanero esultano dopo il gol di Henderson al Modena
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