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Massimo Tarantino, l'eroe palermitano che guiderà le giovanili dell'Inter: «Un onore»

L'ex calciatore, approdato alla corte dei nerazzurri, è stat protagonista di un fatto di cronaca lo scorso ottobre, quando fermò l'aggressore di un supermercato

Il palermitano Massimo Tarantino è il nuovo direttore del settore giovanile dell'Inter. Classe 1971, due presenze da calciatore con la maglia dell’Inter negli anni '90, è arrivato ai nerazzurri dopo le ultime due avventure come direttore dell’area tecnica della Spal e di direttore sportivo del Siena. Un percorso che lo ha portato a ricoprire adesso un ruolo davvero molto prestigioso all'interno del calcio italiano.

"Provo tanta gioia. Quando si entra a far parte di un club come l’Inter non si può non essere che contenti - dice Tarantino ai media del club -. Sono curioso di scoprire questo mondo.  Per me questa è una seconda opportunità, sono cresciuto ascoltando le partite dell’Inter, ci ho giocato da calciatore ma non è stata un’esperienza che sono riuscito a vivere appieno, ora sono più maturo e felice".
Sul suo lavoro, Tarantino spiega che allenare i ragazzi tutti i giorni è una "grande responsabilità. Dobbiamo formare non solo calciatori ma uomini, dobbiamo continuare questa tradizione. Porto qui la mia esperienza e le mie competenze, con i giovani bisogna avere pazienza, ci vuole tempo, qui c’è la possibilità di lavorare con loro con metodo e personalità, questo mi ha permesso di essere qui. Obiettivi? Formare, creare valore tecnico, umano ed economico, voglio ricompensare il club di questa fiducia".
Tarantino era stato, suo malgrado, protagonista lo scorso ottobre di un episodio di cronaca, ad Assago, quando con un calcio fermò l’aggressore del Carrefour, Andrea Tombolini, il 46enne che ha causato la morte di un dipendente del supermercato (Luis Fernando Ruggieri) e ha ferito altre cinque persone, tra cui Pablo Marì. "Ma non ho fatto niente di particolare", disse Tarantino, anche se tutti lo chiamarono eroe. "Mi trovavo alla cassa con mia moglie e mia figlia quando è comparso Tombolini, con il coltello in mano. Lì per lì ho avuto l’istinto di non scappare, gli ho sferrato un calcio alla mano ed il coltello gli è sfuggito. Io l’ho preso e l’ho lanciato lontano, mentre tenevo fermo Tombolini con un piede sulla sua mano. Fortunatamente non ha reagito, né opposto resistenza. È rimasto calmo fino all’arrivo dei soccorsi e delle forze dell’ordine".

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