Sarà l'arbitro palermitano Rosario Abisso a dirigere il match scudetto Udinese-Napoli. Un uomo del sud, dunque, potrebbe assegnare, con il triplice fischio finale, lo scudetto ai partenopei facendo scoppiare la festa. Un arbitro che ha sempre portato fortuna al Napoli: su 7 precedenti i campani hanno sempre vinto, l'ultima volta l'8 gennaio 2023 in Sampdoria-Napoli 0-2. Con i friulani ha 11 precedenti in cui i bianconeri hanno ottenuto 2 successi, 2 pareggi e 7 sconfitte, ma l'ultima volta che Abisso ha incrociato i friulani è stato per un poker dei bianconeri: il 3 aprile 2022 in Udinese-Cagliari 5-1. Il fischietto siciliano è stato, però, al centro di una polemica.
Rosario Abisso, chi è l'arbitro di Udinese-Napoli
Rosario Abisso è nato a Palermo il 22 novembre 1985, imprenditore nel settore dell'arredamento. A spingerlo verso l'arbitraggio è stato il nonno: la prima volta fu nel 2002 quando aveva 16 anni e venne chiamato ad arbitrare una partita del campionato Giovanissimi fra Fortitudo e Panormus. Abisso ha poi cominciato ad arbitrare tra i professionisti nel 2011 accedendo alla Can Pro e ricevette la notizia di essere diventato un arbitro di serie A proprio mentre era in viaggio di nozze. Tante partite alle spalle e nel 2019 un episodio che rappresenta una macchia nella sua carriera: l'errore in Fiorentina-Inter, con un rigore assegnato nel finale di partita in favore dei viola, era troppo grossolano e così la l'Aia lo costringe ad una lunga sosta e all'impossibilità di dirigere i nerazzurri fino al termine di quella stagione. La decisione di assegnare il rigore su un ipotetico fallo di mano di D'Ambrosio, nonostante le immagini del Var, aveva scatenato la rabbia dell'Inter e l'amministratore delegato Beppe Marotta aveva anche parlato di danno irreparabile. Abisso, per quell'episodio, fu anche vittima di insulti sui social. Il palermitano è stato apostrofato con parole non certo dolci, con minacce choc su Facebook. Abisso è poi tornato ad arbitrare, con perseveranza e dedizione, senza ulteriori incidenti di percorso, facendosi rispettare dai giocatori in campo e ricevendo la stima dei colleghi. Se stasera la Lazio non dovesse vincere contro il Sassuolo, potrebbe essere lui domani a fischiare e dar vita ad una festa che a Napoli attendono da 33 anni.