Fiducia sì, ma non per sempre. Corini gode ancora della stima di City Group, ma sa bene che le prossime due partite in casa contro Pisa e Cittadella saranno fondamentali per il suo futuro. Almeno 4 punti, servirebbero per convincere la proprietà a confermare l'allenatore sulla panchina.
E sarà importante la tempistica dei risultati: se i rosanero non dovessero ottenere un risultato positivo già contro i toscani (dove è ritornato D'Angelo in panchina), Il Ceo Ferran Soriano potrebbe prendere un decisione forte da subito. Insomma vincere già sabato sarebbe vitale per la "sopravvivenza" del tecnico. Farlo con una prestazione convincente potrebbe essere, poi, ancor più utile. C'è da sbloccare un attacco che non trova il gol da 311'. L'ultimo, quello segnato da Brunori contro il Genoa. L'attaccante ex Juventus ha segnato il 50% delle reti dell'intera squadra, avendo realizzato 3 delle 6 reti totali. A livello di organico, peggio ha fatto solo il Perugia dell'ex Baldini, fermo a quota 4 gol e ultimo in classifica.
Una magra, magrissima consolazione, per la quale non andare assolutamente fieri. E poi c'è la questione modulo: il 4-3-3 per ora ha portato a scarsissimi risultati. Solo una vittoria, che assume le sembianze di una goccia limpida in un mare torbido, 4 gol fatti e ben 12 subiti. Con il 4-2-3-1 il Palermo ha spolverato le migliori prestazioni, nelle prime due giornate di campionato. Ma era evidentemente ancora la squadra che per meccanisimi e sincronismi di gioco apparteneva al predecessore Baldini. E' Corini che, al contrario, non è ancora riuscito a sfoderare il suo tocco, a dare la sua impronta. E i numeri confermano tutto questo.
La frase che più spesso si è sentita è stata la seguente: "In allenamento stiamo bene, ma poi in partita non ho visto lo stesso", o ancora: "Proviamo delle cose, ma oggi siamo riusciti a produrre il 25% delle cose su cui avevamo lavorato". Insomma durante la settimana il "Genio" applica dei principi di gioco che poi in partita non si vedono. Problema di comprensione, forse. Oppure mentale, di una squadra ancora troppo legata al suo passato dal punto di vista umano e poi anche calcistico. Un pagina di un manuale che Corini deve essere bravo a strappare in fretta, se vuole vedere risultati. Sempre che la società continui a dargli fiducia. Se non è ultimatum, poco ci manca. E Corini lo sa bene. L'allenatore bresciano, forse, ha bisogno di quel tempo che il Palermo in questo momento non ha. Perchè nel calcio tutto vola via veloce, e ogni punto perso poi è una ferita che difficilmente si rimargina.
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