Settima puntata de La città del football, un'inchiesta storica di Giovanni Tarantino in 10 puntate, con la quale il Giornale di Sicilia fa luce sull'ascesa del calcio a Palermo. Un fenomeno legato al costume, ai rapporti commerciali, alle relazioni familiari e internazionali, prima ancora che allo sport propriamente detto. La sconfitta in finale contro il Naples non scalfisce gli entusiasmi del Palermo per la buona riuscita della prima edizione della Coppa Lipton. Il successo in termini organizzativi porta i rosanero alla ribalta nazionale al punto tale che, per la prima volta, si apre un dibattito sulla disparità tra Nord e Sud e sulla necessità «di portare il Palermo Fbc - si legge su La Stampa Sportiva dell’aprile 1909 - tra i club federati alla Fif». Il calcio meridionale, non riconosciuto dalla Federazione italiana football, viaggia però a un’altra velocità. Si pensa all’istituzione di una Federazione meridionale «alleata ma indipendente rispetto a quella di Milano». E a febbraio 1910, alla vigilia della seconda edizione del torneo, da Torino si mette in discussione la lealtà di Palermo e Naples, i due maggiori club del Sud. «Ah, cari organizzatori, quanto fareste meglio a fare approvare la vostra gara dalla Federazione - ammonisce Hector Bayon sulla solita La Stampa Sportiva -. Evitereste inconvenienti. Certamente non si vedrebbe che un giocatore di Genova potesse giocare in occasione della Lipton per un club, diciamo così, di Napoli. Cari amici di Palermo, voi non volete farvi persuasi, ma vi preannunzio fin da ora gli scandali». L’accusa è quella di alterare l’esito delle gare non limitando i trasferimenti dei calciatori: «Le vostre società vanno a racimolare giuocatori in tutta la penisola, se non per tutta l’Europa, e presentano in tale maniera squadre invincibili». La critica, in effetti, ha qualche fondamento di verità e questo è comprovato dalla mole di campioni, se ne ha percezione nelle cronache del tempo, che giocano la Coppa Lipton in quegli anni. Il servizio completo sul Giornale di Sicilia in edicola.