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Palermo, la serie B e l'arrivo del City group. Il sociologo: riscatto della città attraverso il calcio

(Foto Tullio Puglia)

Un mondo ordinario che viene travolto dalla straordinarietà degli eventi sportivi. Come un incidente scatenante, in un film. Ma uno di quegli incidenti che però portano alla bellezza e al lieto fine. Palermo e il Palermo calcio da ormai oltre tre mesi vivono circondati da una sfera di positività, vittorie e notizie belle.

Un sostrato di serenità che si ripercuote in tutta la città, specie nel mondo dello sport e del calcio. A darne conferma è Riccardo Pellegrino, sociologo e studioso di mediazione e conflitti sociali, cultore all’università di Palermo e già delegato della Lega Pro.

L'arrivo della potente holding dello sceicco Mansour che risvolti sociali può avere per la città di Palermo?

"Non c'è solo un aspetto calcistico che riguarda l'importante cessione societaria sottoscritta a Milano. L'arrivo degli arabi in città, se da una parte ripercorre un percorso iniziato già mille anni fa, dall'altro apre prospettive finora sconosciute. Il calcio è un fenomeno sociale e paradossalmente sempre più negli anni si è giunti quasi al paradosso: la terra non gira più intorno al sole ma al pianeta pallone. Sia che si sia appassionati o meno, il calcio è qualcosa che circonda la vita degli italiani a tutti i livelli. Sul perché il calcio è diventato un fenomeno sociale così importante sono state avanzate diverse teorie: dalla semplicità del gioco, che consente a chiunque di provarci, al fatto che è uno sport che consente di creare degli idoli a cui ispirarsi o di cui vivere indirettamente le gesta. E poi la grande pubblicità di cui gode questo sport, che lo ha trasformato da semplice passatempo ad argomento di discussione ad ampio raggio. Una sorta di teatro della vita che consente la messa in scena da parte di chiunque, ma anche l'identificazione sociale intorno alla figura dell’eroe-campione. Magari un modo per fuggire alla mediocrità e alla banalità della propria esistenza. Ma il calcio è anche un momento che consente attimi di grande convivialità, allo stadio o davanti la televisione. Quando ci si riunisce per vedere una partita della propria squadra è sempre un’emozione da voler raccontare".

Dottore Pellegrino, come cambia la città dal punto di vista emozionale dopo la promozione in Serie B e la cessione al City football group?

"Sarà una grande occasione per una grande città come Palermo. Dovrà essere una metamorfosi che dovrà coinvolgere tutte le categorie. Ma servirà una convergenza di idee e di sviluppo senza esclusione di nessuno. Il vento di entusiasmo che sta caratterizzando Palermo e il Palermo, grazie anche alla nuova società, dovrà concertare con tutte le parti sociali un piano di sviluppo che comprenda soprattutto i giovani. Questa nuova società ha dato dimostrazioni, soprattutto in Inghilterra, di valorizzare molto il settore giovanile. Ed è ovvio che una grande società deve coltivare e sponsorizzare il settore giovanile tutto. Da questo punto di vista, sono molto ottimista".

Un entusiasmo che non si respirava da anni. Quanta potenza può avere il gioco del calcio nella quotidianità?

"L’impatto e l’entusiasmo saranno volàno per ricostruire e reimmaginare una società sportiva al passo coi tempi moderni. Come una grande comunità educante, al cui interno non si può prescindere dall’aiuto reciproco e dalla collaborazione. Questa nuova compagine societaria dovrà coltivare un nuovo modo di fare sport, se vorrà essere competitiva e inclusiva. In una società sportiva, oltre alle figure atte all’educare, ne circolano altre (tecnico sportivo, allenatori, preparatori atletici, dirigenti, presidenti). Ciascuna con un ruolo legato al rispetto delle regole, che funge da esempio. Servirà collaborazione e aiuto. Occorrerà un reciproco, spirito di condivisione con la stampa e con la città intera. Servirà ripristinare disciplina agonistica, condivisione, rispetto delle regole, tolleranza e inclusione. Questi valori sono gli stessi che caratterizzano la pratica sportiva in sé".

Quanto, secondo lei, influiscono risultati così importanti per la propria città sulla psicologia dei cittadini tutti?

"I benefici di risultati importanti sono innumerevoli. Non solo sotto il profilo sociale ma anche economico. Palermo diventerà ancora una volta teatro di spettacolo agonistico. Servirà essere pronti. Sarà una grande occasione per un rilancio economico e turistico".

Da una prospettiva sociologica, questo vento di entusiasmo secondo lei ci sarà anche ai nastri di partenza del nuovo campionato, oppure è stato solo un fuoco di paglia?

"Sembra essere un’onda inarrestabile. A breve ci sarà l’apertura della campagna abbonamenti, e sono convinto che i palermitani continueranno a rispondere presente, come hanno fatto negli ultimi due mesi. Non credo si tratti di un’onda di entusiasmo circoscritta a un arco temporale chiuso. Sono convinto che verranno sottoscritti almeno 15 mila abbonamenti".

Baldini ha fatto del suo percorso al Palermo un insegnamento di vita prima di ogni tutto. Quanto secondo lei è stato determinante nel processo di coinvolgimento della città? Quanto c'è del suo essere in questo vento di positività?

"Il tecnico toscano, oltre ad aver dimostrato ancora una volta il grande talento per il suo mestiere, è riuscito in un’impresa che va oltre la promozione: far tornare i bambini e le famiglie allo stadio. A seguire il calcio e la squadra della propria città. Attraverso umiltà e valori che oggi, in questo calcio moderno, non si trovano più".

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