Un tesoro di promozione. La «nuova» Serie B, per il Palermo, vale almeno quanto il budget triennale della rinascita. Non è più la cadetteria dei vecchi tempi, in termini economici. I diritti televisivi portano nelle casse cifre mai viste prima in seconda serie e benché il livello non sia paragonabile a quello della A, la forbice con la Lega Pro si è ulteriormente allargata. Per i rosanero, la nuova stagione può valere potenzialmente dai 15 ai 20 milioni di euro. Questo come base, senza tenere conto di eventuali nuovi investimenti, ma solo come forza «propria». Una cifra che può variare anche in base a come verrà affrontato questo campionato e a quanto resisterà l’onda lunga dell’entusiasmo rinato in questo mese. Un budget che non può essere paragonato a quello delle retrocesse dalla Serie A, che possono contare sul «paracadute», ma col quale si può pensare di costruire un progetto di consolidamento.
I diritti televisivi e gli altri cespiti
La quota principale proviene dai diritti televisivi, che dalla scorsa stagione sono stati ceduti e tre emittenti (Sky, Dazn e Helbiz) per quanto riguarda le trasmissioni in ambito nazionale. Se a queste si aggiungono i proventi minimi previsti per i diritti internazionali (ceduti a Helbiz), nelle casse della Lega B vanno 48,5 milioni, da ripartire tra i 20 club partecipanti al torneo cadetto. Oltre a questi, poi, va considerata anche la quota di mutualità proveniente dalla Serie A, che negli anni passati si aggirava sui 75 milioni di euro, cifra che però dovrebbe essere leggermente aumentata nell’ultima stagione. Si arriva così all’incirca a 125 milioni complessivi per tutte le società, che - ad esclusione delle retrocesse dalla Serie A - possono pure contare sul 10% del «paracadute» come contributo solidale. Altri 6 milioni, dato che tra Genoa (25 milioni), Cagliari (25 milioni) e Venezia (10 milioni) è stato utilizzato l’intero fondo da 60 milioni previste per le ultime tre in classifica nella massima serie. In totale, dunque, i club di Serie B devono spartirsi una torta da almeno 130 milioni di euro. Con criteri che variano in base al bacino d’utenza e ai risultati.
Chi più e chi meno
Se il Südtirol (per bocca dell’ad Pfeifer, dalle colonne dell’Alto Adige) prevede una quota da 6 milioni con un’utenza tra le meno ampie del torneo e una storia che non ha mai visto gli altoatesini approdare in B, per il Palermo si può legittimamente ipotizzare una somma maggiore, pari a circa 8 milioni di euro provenienti da questa ripartizione. Oltretutto andrebbe considerata la quota di market associativo come contributo di Lega, altro «mattoncino» da inserire nel castello di un budget da neopromossa. Perché i rosanero, al di là nel nome e del blasone, sono pur sempre una matricola della nuova Serie B.
Lo stadio e il pubblico
Una matricola con uno stadio da alta Serie A, nei numeri e nei fatti. Il club non ha comunicato gli incassi di questi play-off, ma è evidente che un «Barbera» stracolmo possa solo portare benefici in termini economici. Fare una stima, in questo senso, è difficile, ma si può ragionare per range: quando il Palermo nel 2004/05 vendette tutti gli abbonamenti, i ricavi da botteghino superarono i 10,7 milioni di euro; mentre nell’anno dell’ultima promozione in A (stagione 2013/14) si andò poco oltre i 2 milioni, ma con circa 11 mila spettatori di media. Una via di mezzo sarebbe superiore ai 6 milioni di euro, ma anche se dovesse attestarsi al di sotto, basterebbe per avere più di 10 milioni tra tv e tifosi allo stadio. A quel punto, a 15 milioni, ci si arriverebbe con la pubblicità e gli sponsor, che già in Serie D si attestava a livelli importanti e che nel primo anno di C ha portato più di 2 milioni includendo le royalties. Una cifra destinata ad aumentare, tra i cadetti, tanto più se si considera che questo è pane quotidiano per Mirri. Il conto complessivo, a spanne, è presto fatto: tra tv e mutualità (circa 8 milioni), sponsorizzazioni e pubblicità (da 2 milioni a salire) più la variabile «impazzita» del botteghino, il tesoretto della B può oscillare tra i 15 o addirittura i 20 milioni, con un «Barbera» sempre vestito a festa come in questi play-off. Una base solida da cui ripartire.