Una carriera a forti tinte rosanero e gli ultimi quattro mesi senza giocare, dopo aver risolto il contratto col Padova. Per Sinisa Andelkovic, la finale dei play-off di Serie C è un tuffo nel passato. Probabilmente anche un rimpianto, perché fino al 31 gennaio indossava una maglia biancoscudata e avrebbe potuto far ritorno, da avversario, al Barbera. Lì dove il Palermo sta costruendo il suo sogno di tornare in Serie B, la categoria in cui il centrale sloveno si è imposto vincendo da titolare un campionato da record, nel 2014. Poi, dalla Sicilia, è andato via dopo una retrocessione, dalla A alla B, con 124 presenze, un gol e una finale di Coppa Italia nei ricordi da portare dentro per la vita.
Andelkovic, lei il Padova lo ha vissuto da dentro fino a pochi mesi fa: che squadra deve attendersi il Palermo?
«È una squadra che per il terzo anno di fila vuole andare in Serie B. Quest’anno saremmo potuti arrivare primi e poi le cose sono finite come sappiamo, mi dispiace tanto che la squadra non abbia vinto il girone».
I suoi punti di forza?
«Ha tanta qualità. Ha giocatori con grande qualità a livello individuale, sono veramente forti. Chiricò, si sa, ma anche altri elementi. Sarà una bellissima partita da vedere, poi pure con le tifoserie gemellate».
Il Palermo, invece, come lo vede?
«Quest’anno non è partito bene, a dir la verità, ma adesso sembra che stia volando. Per vedere una squadra che gioca così, significa che il gruppo dà tutto, l’uno per l’altro. Come il Padova, d’altronde. Poi ho visto ultimamente che giocano bene anche in trasferta, oltre che in casa».
Solo che in casa, il Palermo, sta contando sulla spinta di 35 mila spettatori. Nemmeno ai suoi tempi si vedevano scene simili...
«C’erano, ma non sempre. Ricordo l’ultima partita di campionato nella stagione 2015/16, quando ci siamo salvati contro il Verona, che c’era un pubblico come quello che si sta vedendo in questi play-off. Se tutta questa gente va allo stadio a vedere la squadra è perché sta facendo bene».
Può essere l’arma in più per il Palermo?
«In realtà, quando giochi davanti a un pubblico del genere, l’effetto può essere positivo per tutte e due le squadre. È bellissimo, già sai di dover giocare una partita importante e quando esci dal tunnel degli spogliatoi c’è ancora più carica con questo ambiente».
Un ambiente che conosce bene e a cui è ancora legato...
«Sì, di recente è venuta la mia famiglia, mia moglie con mio figlio. Hanno rivisto Palermo dopo un po’ di tempo, io non c’ero, ma seguo il Palermo sempre. Poi c’è Edo (Soleri, ndr) che era un mio compagno di squadra al Padova e mi fa piacere che stia facendo bene lì da voi. Ma in generale, il Palermo lo seguo sempre, quando posso».
A proposito di Soleri: è sorpreso dai 12 gol segnati tutti da subentrato?
«Sul fatto che parta spesso dalla panchina decide l’allenatore, ma Edo sa quanta stima ho nei suoi confronti. Per me è un giocatore fortissimo, glielo dicevo già a Padova e ha tutte le qualità per fare una carriera bellissima. È ancora giovane, deve lavorare tanto e credere nelle sue forze».
La finale, secondo lei, come finirà?
«Ho entrambe le squadre nel cuore, per me è difficile tifare per una o l’altra. Vinca la migliore, vorrei vederle entrambe in Serie B, ma purtroppo non si può. So però che vedremo due grandi partite, questo sì».