Fiducia e ottimismo. Il presidente del Palermo, Dario Mirri, nel corso di una diretta Facebook realizzata assieme agli “amici rosanero” l’associazione che riunisce gli aderenti alla “quota popolare” del club, parla della situazione attuale della squadra di Boscaglia: “Ho voluto fare questo incontro nonostante i risultati ci facciano soffrire, doppiamente. Ho chiesto di non conoscere prima nessuna delle domande (anche se le immagino…). Questa è una casa di vetro, ho detto. E mantengo l’impegno con totale onestà”. Primo argomento scottante, ovvero quello del prezzo dei biglietti per la partita di domani contro la Turris: “Non c’è nessuna prevaricazione ovviamente, ma si è fatta una scelta in funzione della quantità dell’offerta. Il mercato è fatto da domanda e offerta. Ho delle responsabilità nei confronti della società e dell’assemblea dei soci. Magari la valutazione è sbagliata… ma sottolineo che l’offerta è limitatissima. Avrei voluto la stessa ‘passione’ anche per la questione del canone dello stadio: aprire lo stadio ci costa 20 mila euro a partita. E’ stata fatta una scelta a protezione della società. Se penso di vincere il campionato? Io penso di sì. E io ci credo ora che siamo ultimi. Tra 8 mesi è facile salire sul carro. L’anno scorso ovviamente avevamo un dovere, ma in Serie C è difficile… anche il Bari l’anno scorso non c’è riuscito. Il girone C è davvero difficile. Noi partiamo con un ulteriore handicap, ma stiamo costruendo. Poi si può indovinare e sbagliare”. Infine sul budget: “Si è fatta confusione sui numeri dell’investimento. Abbiamo previsto un budget in sede di gara, con un valore di produzione da 10 milioni. Dopo il Covid abbiamo rivisto con Di Piazza il budget: i ricavi si dovrebbero ridurre da 10 a 8, ma abbiamo ribadito un investimento da 6 milioni, prevedendo 2 milioni di ricavi. Ma i 6 milioni servono per mantenere la differenza fra costi e ricavi, non per comprare i giocatori. Nessuno ha detto che avremmo comprato giocatori per 6 milioni. Nessun passo indietro della holding. L’investimento è stato mantenuto, ma i ricavi si sono ridotti. Le cifre sono agli atti, non sono chiacchiere”.