"Giovanni Giammarva era consapevole della falsa rappresentazione patrimoniale della Us Città di Palermo e nella veste di presidente del Palermo Calcio ha contribuito alla commissione del reato". È quanto sostiene il giudice Michele Guarnotta, che il 30 giugno aveva condannato a 8 mesi e 10 giorni, pena sospesa, l’ex numero uno della società rosanero. Giammarva, difeso dall’avvocato Antonio Gattuso, come riporta Riccardo Arena in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, prepara l’appello. Dieci soli mesi di presidenza sarebbero dunque stati sufficienti per far sì che Giammarva fosse considerato partecipe di un disegno diretto a ingannare la Covisoc, l’organismo di vigilanza sulle società di calcio quotate in borsa. In uno dei tanti passaggi sta scritto che da esperto qual era, Giammarva capì che la successiva "transazione tra Alyssa e Palermo (...) avrebbe inciso negativamente sull’indice di liquidità ai fini della Covisoc: 'Non ci si può iscrivere al campionato'", disse a Zamparini il 28 maggio 2018. Ed ecco perché la consapevolezza "della falsità del credito e dei relativi pagamenti". L'articolo completo sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola