"Per me Palermo è amore eterno, ma non potevo dire no alla Juventus e non ho rimpianti". Amauri Carvalho de Oliveira, per tutti semplicemente Amauri, da Miami ripercorre, in video-collegamento con Sky Sport 24, la sua carriera italiana. Gli anni in Sicilia la sua consacrazione, poi la chiamata della Vecchia Signora in un periodo in cui "ero l’attaccante del momento", dice il brasiliano. "Ho vissuto anni fantastici, dal 2005 in poi ho avuto una continuità pazzesca, a Palermo facevo le cose che prima riuscivo a fare solo in allenamento, poi dopo 8 anni di gavetta e di lottare per non retrocedere, è arrivata la grande squadra, la Juventus è stata una bella soddisfazione". Nessun rimpianto anche se in bianconero le cose non andarono come sognava. "Ero l’attaccante del momento e fui ricevuto benissimo, il primo anno andò bene, facevo coppia con Del Piero, ho ricordi indelebili di certe partite - spiega -. Rifarei tutto, anche se l'anno dopo abbiamo avuto problemi in società, mancava un po' tutto, ma la Juve è una grande squadra e non ho rimpianti, ricordo le partite con il Real Madrid in Champions, in coppia con Alex. E’ giusto sapere che in quegli anni non c'era la società che c'è oggi con il presidente Agnelli, purtroppo ai miei tempi non c'era l’organizzazione che hanno oggi". "Nel 2011 arrivò Conte, credeva in me ma non aveva l’appoggio della società, Marotta aveva scelto i suoi giocatori e io non avevo l’occasione di giocare, cercarono di mandarmi al Marsiglia, l'unica squadra che rifiutai e mi misero fuori rosa. Potevo andare al Milan a gennaio, andai alla Fiorentina c'era un grande giocatore come Jovetic che mi fece fare gol a San Siro proprio contro il Milan e proprio in quel giorno la Juve vinse a Palermo e da lì non lasciò più il primato". Prima di arrivare in una grande un lungo e difficile cammino. "Tutti i brasiliani in genere arrivano in Italia da grandi squadre, io ero uno sconosciuto, avevo fatto solo 4 mesi da professionista, sono andato in Svizzera, poi in Belgio a fare un provino ma chi mi portò lì non pagò neanche l’albergo. Poi è arrivato il Napoli che ringrazierò tutta la vita e che mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno". Il miglior Amauri si è visto sicuramente a Palermo. "Lì andava tutto bene, i miei compagni giocavano per me e io per loro, ricordo le giocate con Miccoli, mi riusciva tutto. Fabrizio lo considero un fratello, un fenomeno, gli ho visto fare cose pazzesche, purtroppo abbiamo giocato poco insieme, l’anno con lui è stato molto intenso, ci siamo fatti tanti assist, è stato un onore giocare con lui. Palermo per me sarà un amore eterno, sono un tifoso rosanero e ringrazio ancora il popolo palermitano che mi ha fatto provare emozioni che restano chiare e splendide nella mia mente, c'è un grande affetto tra di noi". ITALPRESS