A Roma parte il processo al Palermo, Walter Tuttolomondo: "Auspichiamo un giudizio equilibrato e sereno"
Al via presso il Tribunale federale nazionale della Figc presieduto da Cesare Mastrocola, il processo a carico del Palermo Calcio, per una serie di irregolarità gestionali di Maurizio Zamparini, all'epoca dei fatti presidente del Consiglio di amministrazione del Palermo, Anastasio Morosi e Giovanni Giammarva, rispettivamente presidente del Collegio sindacale e presidente del Consiglio di Amministrazione. La società è stata deferita per responsabilità diretta e per responsabilità oggettiva. A difendere i rosanero ci sono il pool di avvocati composto da Francesco Pantaleone, Francesca Trinchera, Gaetano Terracchio e Antonino Gattuso. Presente al processo la nuova proprietà del club rosanero con Walter Tuttolomondo del cda rosanero: "Per usare un termine calcistico non azzardiamo pronostici, oggi siamo qui solo per supportare il collegio difensivo in rappresentanza di Arkus Network e del Palermo Calcio. Auspichiamo in un giudizio equilibrato, sereno e corretto", ha riferito all'ingresso in tribunale. Il Palermo gioca oggi la prima delle due partite che potrebbero decidere il suo prossimo futuro. Da un lato c'è il rischio di una pesante penalizzazione che ha nella sua massima espressione la retrocessione in Serie C, dall'altro la possibilità di un rinvio o l'inammissibilità del procedimento. Ma tra le ipotesi c'è anche una pesante penalizzazione nel campionato in corso, tale da far precipitare il Palermo fuori dai play-off a prescindere dal risultato di domani contro il Cittadella, che potrebbe addirittura valere la promozione diretta sul campo. Le richieste del procuratore Pecoraro, come spiega Benedetto Giardina sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, si basano sulle accuse secondo cui il Palermo avrebbe, tramite l'operazione Mepal-Alyssa, falsato quattro bilanci (2014, 2015, 2016 e 2017) per potersi iscrivere a tre campionati (in Serie A nel 2015/16 e 2016/17, in Serie B nel 2017/18). Ipotesi contestate dalla difesa del Palermo, partendo da un verdetto già espresso dal Tribunale fallimentare, che oltre un anno fa respinse un'istanza di fallimento presentata dai pm palermitani con cui Pecoraro sì è già confrontato, esaminando i loro atti di indagine.