Gli inglesi visti alla fine come una perdita di tempo e come "Una vergogna, hanno fatto solo danni". Le ultime ore, frenetiche, impossibili da raccontare, con il tira e morra con i Mirri e prima con Follieri. I suoi giorni da altalena, da licenziato a presidente. Rino Foschi racconta tutto in una conferenza stampa dopo l'accordo, stretto nella tarda serata di ieri, con la famiglia Mirri, che di fatto ha evitato la penalizzazione.
"Non è stato facile trovare imprenditori seri. Sto creando un gruppo nuovo che sta comprando la società: Mirri ha comprato la pubblicità facendo un grande favore, pagare gli stipendi e non essere penalizzati - ha detto subito Foschi -. Ci sono tante coste da sistemare, siamo sotto i riflettori e voglio essere chiaro: Zamparini non c'entra niente. Gli inglesi? Una vergogna, una perdita di tempo. Zamparini in questo ha sbagliato ma ora non c'entra più niente. Gli inglesi mi hanno prima licenziato, poi riassunto, poi sono arrivate persone nuove che sono scomparse, mi hanno bloccato i giocatori. A Milano, al calciomercato, avevo concluso degli affari e poi mi hanno detto che non ero autorizzato a fare niente. La verità è che non hanno avuto il coraggio di licenziarmi. Io ero a Milano e loro venivano a farsi le foto con i giocatori".
Sul futuro Foschi dice: "Ora cerco un acquirente, entro un mese deve arrivare, e ce la faremo. Quello che abbiamo fatto è il primo passo, ancora non è stato risolto niente. Ho la stima e l'aiuto di tutti, Lega e di tutto il calcio italiano. Palermo non è una società disastrata, è la quinta città d'Italia, una grande piazza, gli acquirenti possono essere italiani o stranieri. I nomi? Qualcuno c'è, dico solo che esiste un gruppo, roba seria. Mirri si è fatto avanti perché c’era questo bisogno e da tifoso mi ha fatto questa cortesia, ma non può ovviamente comprare la società. York? C'è ancora, il suo interesse è reale, ma non si poteva fare tutto entro pochi giorni".
Sulla storia di Follieri, Foschi è chiaro: "Dopo Perugia mi ha chiamato e gli ho detto che si doveva presentare a Milano. Mi ha detto di parlare con l’avvocato, ma non è venuto nessuno". Su Facile: "Ha girato due mesi ma nessuno gli ha dato una lira, io in tre giorni ho trovato i soldi degli stipendi. I bonifici sono partiti? Si, credo di sì, ora mi tocco... Comunque faremo una comunicazione ufficiale".
"La squadra e la società del Palermo sono un patrimonio sportivo di tutta la città e ritengo che sia significativo che si sia fatto avanti un imprenditore palermitano per provare a salvare questo patrimonio". Lo dice la presidente di Confcommercio Patrizia Di Dio. "Si tratta di un imprenditore coraggioso che fonda il suo investimento sui valori. - aggiunge - E il calcio come l'impresa si deve nutrire di valori, senza di quelli tutto diventa speculazione. Il vero tifoso c'è sempre, nella buona e nella cattiva sorte, al di là dei risultati e del blasone delle squadre ospiti. Mi auguro, che quello della famiglia Mirri, socia di Confcommercio Palermo, possa essere un buon esempio per tutti i tifosi". "Alla famiglia Mirri, imprenditori e tifosi veri, che ha dato un contributo fondamentale per contribuire a salvare il Palermo, va - conclude - l'apprezzamento di tutto il sistema Confcommercio e gli auguri di buon lavoro per riportare i colori rosanero al livello che meritano".
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